Corna di rinoceronte, la nuova droga del mercato nero mondiale - Diritto di critica
L’INCHIESTA – Più della cocaina, da sempre regina dei traffici illeciti di tutto il pianeta. Il corno di rinoceronte al mercato nero costa 95 mila dollari al chilo, contro i 91.600 della polvere bianca. Ciò significa che ogni esemplare ha un potenziale valore che va dai 750 mila al milione di dollari. Un business che sta assumendo dimensioni allarmanti. A farne le spese, i poveri rinoceronti africani, minacciati già da anni dai bracconieri; a giovarne, invece, ricchi uomini d’affari cinesi e vietnamiti disposti a pagare oro per le presunte proprietà curative dell’estremità di questo animale.
Un destino terribile Il giro d’affari è impressionante, e ha inizio dalle immense distese di Sudafrica, Namibia, Kenya e Mozambico, dove i rinoceronti condividono il triste destino assieme a decine di elefanti, cacciati questi ultimi per il prezioso avorio delle loro zanne. Nonostante i numerosi arresti e la sorveglianza delle autorità locali nelle aree più a rischio, i bracconieri riescono ancora ad agire in maniera massiccia, come dimostrano i dati diffusi dal ministero dell’Ambiente sudafricano: quasi 900 i rinoceronti uccisi dall’inizio del 2013, di cui 825 solamente in Sudafrica, su una popolazione di appena 25 mila animali. Alcuni vengono ammazzati all’istante, altri affogati, alcuni addirittura menomati brutalmente e lasciati morire in agonia. Una spietatezza di cui solo l’uomo è capace.
Identikit della “clientela” Le destinazioni delle corna sono varie, ma il mercato con più “richiesta” è quello del sudest asiatico, dove si crede che l’oggetto (che è poi costituito da semplice cheratina, la sostanza di capelli e unghie) possa essere ingrediente di miracolosi rimedi contro impotenza, influenza, malanni vari, ubriachezza e perfino tumori. In Vietnam, inoltre, avere un corno di rinoceronte in casa significa prestigio e livello alto nella scala sociale: «I clienti di questo gigantesco mercato illegale sono persone ricche e benestanti – ha spiegato un coordinatore del Wwf Sudafrica – persone viste come influenti all’interno della società vietnamita, e che comprano sapendo di fare una cosa illegale». Secondo un sondaggio commissionato dall’associazione ambientalista, nel 2013 sono stati individuati oltre 700 corni nelle sole città di Hanoi e Ho Chi Minh City, tutti regalati a parenti o colleghi autorevoli. Un dono ritenuto di grande rilievo; un nuovo status symbol, insomma.
Le misure contro il bracconaggio Di fronte ad un tale massacro, le autorità hanno previsto una serie di interventi, che fino ad adesso, però, non hanno prodotto i risultati sperati. Ambientalisti e governi stanno cercando di stringere accordi a tutela degli animali e di informare attraverso campagne pubblicitarie e contributi di testimonial d’eccezione. Sono state attuate anche misure come la microchippatura dei corni e collari-radio per i rinoceronti. Ma la mattanza continua: «Il Regno Unito sta inviando soldati delle forze speciali in Kenya – ha detto ai media Vincenzo D’Adamo, di Anpana (Associazione Nazionale Protezione Animali Natura Ambiente) – ma il tempo è poco. Il pericolo estinzione è dietro l’angolo. La popolazione del rinoceronte nero è ridotta del 90 per cento rispetto agli anni Sessanta; l’elefante africano, se non agiamo subito, sparirà nel giro di dieci anni».
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