Ma senza Berlusconi Forza Italia rischia di sparire
Il problema è sempre lui, Silvio Berlusconi. La sua presenza, infatti, sta iniziando ad essere ingombrante per molti, all’interno di Forza Italia ma la sua assenza rischia di pesare ancora di più. Da solo infatti – stando agli ultimi sondaggi di Nando Paglioncelli – il Cavaliere porta con sé circa il 16% dei voti. E con un partito dato al 25%, questo significa che un eventuale ritiro porterebbe al tracollo della neonata Forza Italia.
Lo sanno bene tutti i colonnelli dell’ex Pdl, che si affrettano a confermare la fiducia nel loro leader: il rischio, in sua assenza, è troppo grande. L’errore o – se vogliamo – la manovra fatta dal Cav. per coprirsi le spalle rischia, infatti, di essere fatale: al di là di un debolissimo e troppe volte smentito Angelino Alfano, all’interno di Forza Italia non c’è nessuno capace di prendere in mano le redini del partito. Non c’è un carisma, non un personaggio di spessore che possa traghettare il partito.
Nel 2009, da solo, Berlusconi valeva circa il 50% della fiducia. Adesso le percentuali sono minime ma comunque ancora in grado di tenere a galla la baracca. E in questo periodo in cui la politica si lecca le ferite, quelli del premier sono numeri fondamentali. Nel giro di quattro anni, infatti, il Pdl ha dimezzato i propri voti, prendendone 7,3 milioni e perdendone 6,3.
L’unica soluzione per il partito del Cavaliere sarebbe una guida “esterna” ma comunque presente in campagna elettorale – sul modello del MoVimento 5 Stelle, a trazione Grillo – oppure una leadership come quella di Marina Berlusconi, che ieri – per tacer dei sondaggisti – ha fortemente smentito un suo futuro impegno in politica. Ma le promesse, almeno in Italia, si sa, durano meno di una stagione: potrà sempre arrivare una “pressante richiesta da parte del partito o dell’elettorato” a cui davvero “non si poteva dire di no”.
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