Berlusconi accelera su Forza Italia. Ora Alfano è nell'angolo
“Ora basta”. Questa volta Berlusconi sembra voglia fare sul serio. “Vediamo chi è con me e chi contro di me”. Stop alle correnti, “mi riprendo il partito”. Così il presidente del Pdl convoca l’ufficio di presidenza per prendere una decisione che potrebbe far precipitare la situazione nel centro-destra e mettere a repentaglio, ancora una volta, la vita del governo Letta.
L’accelerazione di Berlusconi. Alle 17 Berlusconi, di fronte ai suoi, chiederà di far confluire il Pdl nella rinata Forza Italia. Nulla di strano visto che sono molti quelli che nel Pdl hanno salutato la scelta con piacere. Ma questo significherà azzerare le cariche, ad iniziare da quella del segretario – ricoperta da Angelino Alfano, alla testa delle cosiddette “colombe” –, e il conseguente annullamento delle correnti. Un partito tutto suo, ispirato da Renato Brunetta e Daniela Santanchè, ultimi fanti di un re accerchiato.
Le paure di Angelino. Il messaggio di Berlusconi è chiaro: vuole che l’ex delfino rientri nei ranghi perché, forte dei sondaggi, sa bene che senza di lui il Pdl non andrebbe oltre un misero 10%. Così ora Alfano si ritrova di fronte ad un bivio: rompere o piegare la testa. In ogni caso la sua carriera politica può rischiare di essere compromessa per sempre. Se sceglie di rientrare nei ranghi e sottostare al volere del padrone, dovrà in futuro giocare un ruolo di gregario in seconda linea. Oppure può tentare lo strappo alla guida di un manipolo di parlamentari che consentirebbero a Letta di andare avanti e di isolare in Parlamento lo stesso Berlusconi. Uno strappo, però, che lo stesso Alfano potrebbe pagare molto caro, memore del clamoroso fallimento di Gianfranco Fini e del tentativo centrista di Pierferdinando Casini, castrato da un bipolarismo ancora forte nel Paese. Chi ha detto no a Silvio, in un modo o nell’altro l’ha pagata a caro prezzo.
Il rischio di essere un delfino per sempre. Certo, oggi i tempi sono un po’ cambiati. Berlusconi attira a sé ancora un forte consenso ma non abbastanza da garantire al centro-destra la vittoria elettorale. E poi ci sono le nuove generazioni – di cui Alfano fa parte a pieno titolo – che scalpitano. D’altronde l’uomo di Arcore è sulla scena dal 1993 e sempre al vertice del centro-destra ed è giunta l’ora del cambiamento. Qualche spiraglio c’è, quindi. Ma capire se tutto ciò sia sufficiente per uno strappo che porti alla realizzazione di un concreto progetto politico è alquanto difficile. Così, oggi si gioca per Alfano la partita definitiva: politico affermato e coraggioso o delfino per sempre.
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