Non solo Telecom, da Omnitel a Wind così abbiamo venduto la telefonia italiana - Diritto di critica
Le abbiamo perse tutte, una dopo l’altra. Wind, Omnitel, Tre. La storia delle compagnie telefoniche in Italia è costellata di addi, di vendite, di passaggi di mano: fondate nel nostro Paese, poco dopo vengono acquisite dagli stranieri.
In principio fu Omnitel, fondata nel 1990 da Olivetti, Lehman Brothers, Bell Atlantic e Telia. Dopo diversi passaggi la compagnia venne però comprata nel 2001 da Vodafone che adesso la controlla completamente, dopo aver riacquistato le quote di partecipazione possedute in precedenza da Verizon.
Subito dopo fu il turno di Wind. altro tentativo tutto italiano di lanciare una compagnia mobile (e non solo) di bandiera, tanto che nel 2003 l’azionista unico era addirittura enel. Qualche anno più tardi, però, cambia tutto. Nel 2005 il gruppo Enel cede la quota di maggioranza di Wind Telecomunicazioni all’egiziano Naguib Sawiris, già proprietario della Orascom. Il 4 ottobre 2010 Weather Investments (ora Wind Telecom S.p.A., controllata da Naguib Sawiris) e il gruppo russo VimpelCom annunciano la fusione, a seguito della quale, VimpelCom assumerebbe il controllo del 100% di Wind Telecomunicazioni.
L’ultima compagnia in ordine di tempo ad aver cambiato bandiera è stata Tre. Nacque nel 1999 come Andala UMTS, una compagnia partecipata per il 10% da Franco Bernabè e per il 90% dalla Tiscali di Renato Soru. Vinte le licenze UMTS, tutto sembrava filare liscio. Ma nel 2000 il 51% della società viene acquisito da Hutchison Whampoa Limited che in soli due anni è poi salita all’88,2%: nel marzo 2003 è arrivato il marchio 3.
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Giusto. Quindi cosa rompono tanto per telecom. Per l ultimo miglio? Lo regolamentino meglio. Ah già, però per fare i regolamenti, leggi ecc ci vuole un governo e un parlamento che funziona. Proposta: ma non si potrebbe vendere a qualche straniero in blocco parlamento, senato e governi italiano
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