Shirin Gerami nella storia, la prima triatleta a gareggiare per l’Iran - Diritto di critica
Ore 7:15 di domenica 15 settembre, Shirin Gerami entra nelle gelide acque del Serpentine Lake, uno specchio d’acqua all’ Hyde Park di Londra, in abito islamico e nuota per 1,5 km. La storia sportiva iraniana ha un sussulto. Per la prima volta una triatleta sarà ammessa ai campionati mondiali, aprendo un varco nel cambiamento dei rapporti tra uomo e donna in Iran. Riabilitate, una volta per tutte, le atlete a cui era stato negato il diritto di partecipare e gareggiare nelle kermesse internazionali. “Sono molto orgogliosa – ha detto al termine della gara Shirin – e grata di aver avuto l’opportunità di correre”.
La triatleta ha completato la gara correndo 40 km in bicicletta e 10 km di corsa nel PruHealth World Triathlon Grand Final di Londra. Il presidente iraniano, Hassan Rouhani, ha salutato con un tweet l’impresa di Shirin: “Prima triatleta ad aver partecipato ai campionati mondiali indossando i colori dell’Iran”. Rouhani ha promesso a più riprese di battersi per la parità tra donne e uomini, ma il percorso è ancora molto lungo. Shirin si è detta “umiliata” dalle parole del presidente iraniano, in quanto “si augura che la sua impresa possa ispirare altre donne a partecipare al triathlon”.
La triatleta ha concluso la gara in due ore, 42 minuti e 12 secondi, arrivando 76esima su 87 atleti nella sua fascia d’età. La 24enne ha ricevuto lo storico via libera dopo aver trascorso quattro mesi di pressioni sul ministro dello sport, per superare anche le resistenze degli integralisti islamici. Shirin ha gareggiato con un vestito che le copriva il corpo dalla testa ai piedi e l’International Triathlon Union le ha fornito assistenza con una tenda per potersi cambiare i vestiti. Le autorità iraniane dapprima erano riluttanti a concedere il via libera alla Gerami, visto che il governo britannico aveva respinto le domande di visto per i due funzionari della federazione iraniana di triathlon.
Alla luce delle aspettative internazionali, il ministro dello sport iraniano ha, comunque, emesso i documenti per la partecipazione della triatleta a poche ore dall’inizio della gara. “La più grande lezione che ho imparato – ha sottolineato commossa Shirin – è di essere sempre positiva. A un certo punto i media iraniani sostenevano che non potessi partecipare, ma poi è arrivata la telefonata che aspettavo con ansia”.
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