Papa Francesco apre i conventi agli immigrati
Papa Francesco non perde occasione per scardinare le mura vaticane. Dopo la questione dei gay, il pontefice argentino scende tra i migranti, senza scorta in un centro di accoglienza romano, e lancia la proposta-scandalo: apriamo i conventi vuoti agli immigrati. Parole sacrosante (è il caso di dirlo) per moltissimi fedeli, ma che cozzano con la tendenza mondana – nata intorno al giubileo del 2000 e sotto l’egida di Papa Wojtyla – dei conventi-albergo.
“I conventi vuoti non servono alla Chiesa per trasformarli in alberghi e guadagnare soldi. I conventi vuoti non sono nostri, sono per la carne di Cristo che sono i rifugiati”. Lo ha detto alzando gli occhi dal testo scritto Papa Francesco, nel corso della sua visita al Centro Astalli, ricovero e sostegno per migranti e perseguitati. Non ha voluto scorta, il pontefice delle masse, per questa visita: né ha voluto nascondersi dietro giri di parole. Dare, e subito, agli ultimi: questo dev’essere il mandato della nuova Chiesa secondo Francesco.
L’invito – che sa un po’ di ordine, data l’autorità da cui viene – è rivolto “in particolare agli Istituti religiosi“, per “leggere seriamente e con responsabilità questo segno dei tempi. Il Signore ci chiama a vivere l’accoglienza nelle comunità, nelle case, nei conventi vuoti. Ci vuole criterio, ma anche coraggio”. Parole che si allargano anche alle parrocchie, perché l’accoglienza “non sia solo questione di specialisti isolati, ma coinvolga la comunità tutta”.
L’apertura di Papa Francesco colpisce duramente quel mondo grigio dei beni ecclesiastici commerciali, sottobosco fittissimo e poco noto. Solo a Roma sono 1500 gli istituti conventuali, le case di ferie, le scuole, le case di cura di proprietà di organizzazioni giuridiche religiose. Non è dato sapere quanto producano di fatturato, visto che appartengono ad uno Stato Estero: certamente sono esenti da Ici e Imu, fin dal 1992 con la legge Amato, e poi con Berlusconi e Prodi, che aumentando la confusione ampliarono i margini di grigio.
I conventi-albergo, tanto per dire: sono circa un’ottantina a Roma, gestite da frati, suore, ancelle della carità, sacerdoti, fratelli laici, e da una quindicina d’anni sono diventate un’importante fonte di entrate per la Chiesa Romana. Fu proprio l’imminenza del Giubileo del 2000, con la folla di pellegrini che si riversò nella Città Eterna, a dare impulso al fenomeno: e fu Wojtyla, il Papa viaggiatore (e tra i più “spendaccioni”, si passi il termine, proprio per i molti viaggi di evangelizzazione) a benedirne la diffusione. Portavano tutte, o almeno molte, il marchio di quello Ior che tanta cattiva pubblicità ha ottenuto negli ultimi mesi sui giornali. Papa Francesco ha avviato una svolta: riuscirà a strappare la Chiesa dalla deriva “mondana”, verso un’attenzione più condivisa e sincera verso gli ultimi?
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