Dopo la condanna, Berlusconi blinda Letta. Sarà il suo salvagente
Da ieri Berlusconi è un pregiudicato. La Magistratura, dopo tre gradi di giudizio, ha verificato che il celebre imputato ha commesso reati quali frode fiscale, falso in bilancio, appropriazione indebita, compravendita di diritti tv e creazione di fondi neri. La condanna è stata confermata a quattro anni, ma la pena è ridotta ad un solo anno per l’effetto dell’indulto “svuota-carceri”.
Agli arresti domiciliari. Berlusconi non finirà in galera. Un anno di pena dovrebbe essere commutato negli arresti domiciliari o con l’affidamento in prova ai servizi sociali. La prima ipotesi sembra quella sulla quale gli avvocati vorrebbero puntare. L’ex premier vivrebbe per un anno in un suo esilio dorato, dal quale impartire ordini e disposizioni. Ma perde la possibilità di essere eletto e di ricoprire eventualmente il ruolo di Presidente del Consiglio.
Letta, il “congelatore”. Così oggi potrebbe non convenire far cadere il governo. Un solo anno passa in fretta e soprattutto la nuova situazione da esiliato potrebbe far da volano ad un nuovo rilancio della figura dell’ ex Cavaliere (titolo che ha perso con la condanna). Lui ci crede. La grande coalizione, infatti, permette di congelare lo status quo e di guadagnare tempo prezioso in attesa che la pena termini.
Il Pd potrebbe far cadere il governo. Per questo Berlusconi sta in tutti i modi frenando le intemperanze dei falchi del Pdl. Gli unici che oggi avrebbero qualche vantaggio dall’eventuale caduta di Letta sono proprio i democratici i quali, se si dovesse andare al voto verso Natale, non avrebbero più di fronte il nemico di sempre, l’unico nel Pdl in grado di dare quella marcia in più al partito.
Grazia o non grazia? Poco probabile inoltre la concessione della grazia da parte del Presidente della Repubblica, anche se da molti paventata. Le parole del Capo dello Stato, infatti, qualche ora dopo la condanna, sembrano aprire qualche spiraglio. “È arrivata l’ora di riformare la Giustizia”, ha dichiarato Napolitano, in un momento nel quale sarebbe bastato un appello alla moderazione e all’unità. Certo, il Presidente è consapevole di un fatto innegabile: Berlusconi, condannato o meno, rappresenta milioni di italiani e il suo arresto un’anomalia insanabile.
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Anomalia? Se uno commette dei reati va in galera, punto. Non è giusto che ci si nasconda dietro l’elezione per ottenere l’impunità. Inoltre in un paese che si definisce “civile” chi è sotto indagine da parte della magistratura non dovrebbe essere eleggibile, quindi non dovrebbe rappresentare proprio nessuno, se non sé stesso.
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