Berlusconi indeciso: attaccare la magistratura o "tutelare" Letta?
Il governo si sta avvicinando al capolinea. Per ora il rimpasto è scongiurato, ma nel Pdl c’è ancora chi chiede più spazio ai propri ministri. Intanto, si litiga su tutto. Il Decreto del Fare sarà approvato con la fiducia, visto il numero abnorme di emendamenti presentati in Parlamento, mentre la legge sull’omofobia sembra trovarsi in un vicolo cieco. Lo stesso Berlusconi appare piuttosto indeciso. Da una parte frena i suoi falchi sulle varie polemiche sollevate in questo piovoso luglio, dall’altro sfida la Magistratura e si prepara alla rinascita di Forza Italia.
Una sentenza per tornare a vincere. “Se devono condannarmi, tanto vale che lo facciano subito. Non ne posso più. È inutile prolungare ancora questa farsa. Tanto i giudici hanno già deciso tutto”, avrebbe detto il Cavaliere ai suoi collaboratori e ai suoi avvocati. Berlusconi sa che questa volta per il processo Mediaset rischia davvero. Non ci saranno prescrizioni a salvarlo. Così, per il Cav, è meglio finirla qui. Così, già il 30 luglio Berlusconi potrebbe essere condannato a quattro anni per frode fiscale con l’interdizione di cinque anni dai pubblici uffici. A quel punto, il governo Letta potrebbe precipitare in una crisi irreversibile. Berlusconi potrebbe voler sfruttare questa sentenza proprio dal punto di vista mediatico, accelerando quel processo mediatico che può fare da volano alla nascita di Forza Italia 2.0.
E il Pdl? La nuova Cosa del Cavaliere nascerà a settembre, come da lui annunciato su Facebook proprio ieri. “Ci rivolgiamo ai giovani e al mondo del lavoro”, si legge nel messaggio che Berlusconi ha postato sul social network. E il Pdl? Dovrebbe trasformarsi in un’alleanza o, al più, in una federazione. Ma, viste le smentite e le contro-smentite di nove mesi fa sulla scelta di fare le primarie nel centro-destra, non è da escludere che i due partiti possano convivere o che addirittura il Cavaliere all’ultimo possa ripensarci.
Letta? “Una garanzia”. Quindi, se da una parte alzare i toni sul processo potrebbe tirare la volata al nuovo-vecchio movimento, dall’altra potrebbe mettere in seria difficoltà la stabilità del governo, con un centro-sinistra sempre più lacerato da questa esperienza delle larghe intese. Non è detto che ciò possa rappresentare uno svantaggio per il progetto del Cavaliere, ma lo stesso teme che ripercussioni sul governo possano mettere a rischio la strana maggioranza e con essa una garanzia di immunità. “Finché Letta sarà in piedi, io starò al sicuro”, ripete il Cav come un mantra.
Berlusconi, quindi, non ha ancora ben chiaro cosa fare. Da una parte si prepara a nuove elezioni, come il suo istinto gli suggerisce, ma dall’altra sa che solo il Pd in stato confusionale può garantirgli una specie di immunità di fatto, trasformando un processo in un vero e proprio scontro istituzionale.
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