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Diritto di critica | December 22, 2024

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Debiti PA e tasse, boom fallimenti tra le imprese

Debiti PA in ritardo, raddoppiano i fallimenti

fallimenti111Come si fallisce? Dando credito allo Stato. Nel 2012 il numero di aziende fallite a causa dei crediti mai saldati dalla Pubblica Amministrazione è più che raddoppiato (+114%), arrivando a coinvolgere circa 15mila imprese. Lo afferma il Centro studi della Cgia di Mestre, che contesta anche i dati forniti da Bankitalia sul volume del debito complessivo: altro che 91 mld stimati da Via Nazionale, sono almeno 120 a fine 2012. E crescono. 

Il vero debito pubblico. Sembra esser nato solo ieri, quest’enorme buco nero dei debiti della Pubblica Amministrazione. Il primo governo a farci i conti è stato Monti, nel 2012: prima c’era silenzio. Eppure, come spiega il presidente della Cgia di Mestre, 120 mld di crediti vantati dalle imprese verso lo Stato si sono accumulati per anni, almeno dieci. Bene che se ne parli finalmente, ma non possono bastare le cure “palliative”: in soldoni, i 20 miliardi promessi sono solo la punta dell’iceberg. “A questo ritmo, spiega Bortolussi, il debito non verrà saldato prima del 2018”. Ha ragione da vendere, su questo punto, Giorgio Squinzi, Presidente di Confindustria, che proprio sul saldo dei debiti della Pubblica Amministrazione ha fondato il proprio mandato.

Aziende sotto torchio. Anche perché le imprese italiane sono già sotto torchio, e non per colpa dei lavoratori. Uno studio di Bankitalia smonta la vulgata “padronale” secondo cui in Italia il costo del lavoro è troppo alto. E’ falso: escludendo le tasse, i dipendenti italiani pesano sull’azienda come e quanto i colleghi europei, non un euro in più. Sono appunto le pretese del fisco a stenderle e a rovinarne la competitività: il 68% dei profitti d’impresa, in media, finisce allo Stato, contro una media europea del 42% (fonte Price Waterhouse Coopers, dati di novembre 2012).

In un simile clima di tassazione estrema, è naturale che le aziende falliscano e che la gente consumi di meno. Basta vedere il risultato dei saldi in corso: nessuna fila di fronte ai negozi, un calo medio degli acquisti del 15%. Il governo Letta lavora per trovare la copertura di un qualche taglio fiscale: il Pdl vorrebbe un drastico colpo di gomma sull’Imu, che Saccomanni ritiene – segretamente – inopportuno. Forse, basterebbe saldare il debito complessivo della Pubblica Amministrazione verso le imprese per rilanciare l’economia ed ottenere, nella prossima dichiarazione dei redditi, un gettito fiscale migliore. Le coperture si trovano, ma solo se nell’economia reale il denaro circola veramente.

 

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