Ue e S&P contro l'Italia, "Rispettate gli impegni"
L’Italia è ancora un osservato speciale. Le parole di Grillo sull’economia della scorsa settimana erano suonate esagerate e fuori tempo massimo. Tuttavia, ieri la Ue, Il Fondo monetario internazionale e l’agenzia di rating Standard & Poor’s hanno attaccato il governo italiano sulle voci di una possibile eliminazione anche parziale dell’Imu e di un possibile non aumento dell’Iva diversamente da quanto deciso dal governo Monti.
S&P punisce un governo ondivago. Letta era stato rassicurato dalla stessa Ue sulla possibilità di sbloccare un piccolo tesoretto da riservare agli investimenti, che consentisse di far girare l’economia. Ma questo deve essere fatto nel rispetto degli accordi presi. Se Olli Rehn, vicepresidente della Commissione europea si augura che l’Italia rispetti i patti, S&P declassa il nostro Paese, reo di avere un governo che ha pensato di tagliare Imu e Iva. Un declassamento che suona come un duro avvertimento: i vostri titoli sono ad un passo dall’essere classificati “spazzatura”.
La dannosa battaglia dell’Imu. Pesano certamente anche gli scontri interni alla maggioranza. Il Pd vorrebbe una semplice rimodulazione dell’Imu che andrebbe a pesare soprattutto sui più ricchi, mentre il Pdl chiede che l’Imu sulla prima casa venga cancellata definitivamente e per tutti. La proposta del Pdl agita i mercati e soprattutto appare del tutto marginale per dare una scossa all’economia del Paese. Meglio immaginare un taglio del cuneo fiscale e soprattutto il blocco immediato dell’aumento dell’Iva che avrà come conseguenza l’ulteriore abbattimento del potere d’acquisto degli italiani. Meno soldi alle imprese, meno posti di lavoro.
“Tassate i consumi e gli immobili”. Letta sa che l’obiettivo di Berlusconi sull’Imu è semplicemente legato a finalità propagandistiche. Tuttavia, per tenere in piedi il governo deve reperire 4 miliardi di euro subito, soldi che non ci sono. Quindi andrebbero recuperati tagliando altrove. Ma soprattutto Letta sa bene che l’eventuale scelta di abolire l’Imu andrebbe contro i dettami imposti dall’Ecofin (Consiglio dei ministri dell’Economia) che ha chiesto all’Italia di ridurre la tassazione sul lavoro in favore di una maggiore tassazione su consumi e beni immobili. Scelta non solo subita dal governo italiano, ma anche accettata in Consiglio, come ricorda Rehn: “Queste misure sono state adottate all’unanimità con l’appoggio del governo italiano”. In pratica Roma, il 29 giugno, si è impegnata in una direzione, ma il Pdl vorrebbe andare in un’altra. Gli attacchi a Saccomanni hanno fatto il resto, così da rendere poco credibile l’azione di governo agli occhi dei partner europei e degli investitori internazionali.
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