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Diritto di critica | November 5, 2024

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Campidoglio, cade l'entourage di Alemanno

alemannoSpoil System, ovvero chi vince saccheggia le spoglie del vinto. Ignazio Marino, con il ballottaggio del 10 giugno, conquista il Campidoglio e dà lo sfratto all’entourage dello sconfitto Alemanno. Con l’ex sindaco cadono nomi di spicco dell’amministrazione capitolina, come il suo braccio destro Giammario Nardi (gratificato last minuto della Metro C) e la ex dirigente del Patrimonio Lucia Funari. Chi metterà nella stanza dei bottoni Marino?

Cane mangia cane. Sei anni fa, quando Rutelli perdeva miseramente la corsa al Campidoglio, Alemanno chiariva subito la situazione: “chi ricopre incarichi istituzionali grazie alla precedente amministrazione, per correttezza, dovrebbe dimettersi”. Chi non si tolse da solo fu comunque radiato subito dopo. L’esempio migliore è la conquista dell’azienda municipalizzata del trasporto romano, quell’Atac la cui parentopoli oscurò pesantemente l’immagine del nuovo sindaco di centrodestra. Oggi il copione si ripete dall’altro lato.

Teste che cadono. Le prime vittime della sconfitta di Alemanno riguardano l’amministrazione e l’edilizia. Giammario Nardi è stato per tutto il mandato di Gianni vicecapo di gabinetto, una carica versatile che lo ha reso il braccio destro del sindaco in ogni decisione amministrativa. Per fare un esempio: c’era lui dietro l’ordinanza anti-panini per i turisti (e non) sulle scalinate storiche, in qualità di responsabile dirigente del Decoro Urbano. Nardi, in extremis, era stato gratificato da Alemanno con un posto nella Commissione di collaudo della Metro C, un posto che garantisce 500mila euro l’anno di compenso. L’arrivo di Marino lo ha spedito all’Arancera di Porta Metronia, a gestire il Dipartimento Ambiente e Protezione Civile, con molti meno margini di intervento.

L’altra uscita clamorosa è Lucia Funari, dirigente del Patrimonio promotrice di un piano edile (a partecipazione mista di denaro pubblico e privato) per costruire 585 alloggi nuovi tra il V, VI, VII e VIII Municipio, ovvero la periferia sud-est di Roma. Il motivo ufficiale è combattere l’emergenza abitativa e recuperare le aree periferiche, ma il dato allarmante dei 100mila vani sfitti a Roma fa pensare ad altri interessi dietro l’iniziativa. Alemanno l’ha promossa in finale di mandato all’interno della Giunta, con la stessa delega, in omaggio alle quote rosa: Marino, con una certa ironia, l’ha declassata alla gestione del Dipartimento Periferie, senza alcun potere “immobiliare”. Il suo ufficio, per un anno all’interno del Campidgolio, è finito in via Petroselli, di fronte all’Anagrafe, ai piedi e alle spalle del Colle Sacro.

Sul fronte Cultura, cade Bartolomeo Pietromarchi, dirigente del Macro, mentre alla Sovrintendenza esce di scena Umberto Broccoli. Li sostituiscono Giovanna Alberta Campitelli, già ora impegnata su ville e parchi storici, e Claudio Parisi Presicce, direttore dei Musei Capitolini. Fuori gioco anche il plenipotenziario dell”Ufficio stampa Simone Turbolente, chiacchieratissimo boss delle manifestazioni senza appalto in giro per Roma (dal Teatro Tenda itinerante al Natale di Roma). Bisognerà ora vedere se le new entry di Marino faranno rimpiangere l’entourage di Alemanno: di certo, il rischio di una nuova “parentopoli” esiste.