L'italiano jihadista ucciso in Siria. Ecco chi era - Diritto di critica
Jihadista italiano ucciso in Siria. Si chiamava Giuliano Delnevo, aveva 23 anni ed era di Genova. Dal giorno della sua conversione però il suo nome era diventato Ibrahim; si era fatto crescere la barba e aveva iniziato a vestire la jalabiya, la tunica tradizionale che portano i musulmani. Si tratta del primo convertito italiano ucciso in combattimento contro le truppe di Assad, secondo alcune fonti tra le file dei filo-qaedisti di Jabhat al-Nusra.
Delnevo era apparso in un video del settembre 2012 nel quale definiva “criminali” i vignettisti che avevano disegnato alcune caricature raffiguranti il profeta Maometto. Nel video il neo-convertito usa il solito linguaggio standardizzato che si è ormai abituati a sentire nei filmati di stampo jihadista; le solite litanie che non sono altro che il risultato di un costante e sistematico indottrinamento che lascia ben poco spazio alla libera ricerca individuale. Una lettura di stampo pseudo-conservatrice nonché brodo primordiale del jihadismo, come si può notare dalla terminologia, in particolare dalla ripetizione quasi ossessiva della parola “kuffar” per definire, tra l’altro impropriamente da un punto di vista islamico, i “non-musulmani” che sarebbero, secondo Delnevo, responsabili di un complotto per distruggere l’Islam.
In un altro video presente nel suo canale di YouTube “Liguristan”, cita sconclusionatamente alcuni versetti del Corano senza contestualizzarli minimamente, poi si appella al “Presidente della Repubblica Mario Monti e al suo governo” affermando che la crisi finanziaria è stata causata dalla guerra in Afghanistan, “una guerra perduta e persa in partenza”.
L’imam di Genova, Salah Hussein, ha dichiarato: ”Non veniva a pregare nel nostro centro, ma ricordo di averlo visto a qualche nostro incontro, perchè era vestito come un Sufi”, facendo riferimento alla tunica bianca e al kizil bas, il copricapo a cono. Una dichiarazione non priva di punti interrogativi per quanto riguarda l’abbigliamento visto e considerato che i sufi sono loro stessi bersaglio sistematico dei jihadisti in quanto ritenuti “fuoriusciti dall’Islam” a causa delle loro pratiche mistiche e ascetiche. Risulta pur vero che non è un cappello a cono che fa di un uomo un sufi, né una tunica lo rende automaticamente “religioso”.
Nella sua pagina Facebook sono presenti vari riferimenti alla guerriglia cecena tra cui il logo del centro Kavkaz, un’agenzia di informazione cecena di stampo radicale; la foto di Emir Khattab e quella di Abd Allah Yusuf al-Azzam, l’estremista palestinese al quale si ispirò Usama Bin Laden. Giuliano Delnovo era cresciuto in una famiglia che non aveva alcun legame con l’Islam, si era convertito nel 2008, presumibilmente all’età di 18 anni e, secondo alcune fonti, era solito frequentare la “musallah” di vico Amandorla.
Secondo fonti istituzionali Delnevo si era recato in Siria verso la fine del 2012, anche se il suo reclutamento sarebbe avvenuto in Italia; sarà dunque fondamentali capire quali siano stati i suoi contatti e se il convertito sia stato sottoposto a un addestramento in Italia ed eventualmente da chi e dove.
-
Poveretto!
Era meglio lasciasse fare a Shady Hamadi, che di Siria se ne intende.
Comments