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Diritto di critica | December 27, 2024

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Maldipancia 5 Stelle. E ora Grillo teme il voto siciliano

Vito Crimi (M5S)Si avvicina la resa dei conti nel MoVimento 5 Stelle. Dipenderà tutto dal risultato dei ballottaggi di questo fine settimana e soprattutto dal voto in Sicilia. Se dovesse esserci un calo generalizzato, i problemi – già oggi malcelati – potrebbero esplodere violentemente.

“Si parla solo di diaria”. Oltre ai due fuoriusciti dai gruppi parlamentari, Vincenza Labriola e Alessandro Furnari, il malcontento tra gli eletti 5 Stelle sembra sia piuttosto diffuso, secondo quanto spiegano i due “traditori”. Il motivo sembra riguardare principalmente la questione “economica” della diaria. In molti si lamenterebbero per la mancanza di un dibattito serio durante l’assemblea dei due gruppi che si tiene il giovedì sera. “Si discute solo di soldi”, spiega Adriano Zaccagnini, malpancista ma non ancora iscritto nella lista dei dissidenti. “Il problema è che l’assemblea discute esclusivamente di problemi interni al MoVimento e di questioni disciplinari interne e non di questioni reali”, spiega il deputato a La Repubblica. “Se l’assemblea non riprende il confronto su problemi concreti, il gruppo non ci sarà più e casi come Furnari e Labriola aumenteranno”.

Grillo autoritario. In generale, il disagio che vivrebbero i parlamentari 5 stelle (o gran parte di loro) è relativo all’atteggiamento del vertice, ritenuto particolarmente autoritario. “Il dissenso deve essere ascoltato e Grillo deve cambiare i toni, è ora di cambiare pagina”, spiega la senatrice Adele Gambaro ai microfoni di Sky.

Un pasticcio a 5 stelle. A rinfocolare la polemica interna c’è stato poi il voto nella Giunta per le elezioni. Il senatore M5S Mario Giarrusso era il candidato 5 stelle per la presidenza della commissione che dovrà giudicare l’eleggibilità di Silvio Berlusconi. Ma, al momento del voto, alcuni M5S non si presentano in aula, compreso il capogruppo al Senato (uscente?) Vito Crimi. “Non ho trovato il posto”, si giustificherà a cose già fatte. Ma il risultato non cambia: viene eletto per soli tre voti di differenza il candidato di Sel Dario Stefano. Il MoVimento, nonostante il suo 25% conquistato alle urne, ne esce con le ossa rotte e poco più di un pugno di mosche nella mano. Roberto Fico è stato eletto alla presidenza della Vigilanza Rai e succederà a Sergio Zavoli. “Invito tutti a pagare il canone, ma va fatta una riflessione. Nnoi toglieremo le mani dei partiti dalla Rai”, spiega in conferenza stampa. Un sospiro di sollievo per Grillo che ora guarda con preoccupazione alle consultazioni di domenica e lunedì.

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