Le tasse della Sapienza e quelle multe con troppi zeri
di Claudia Proietti
Dura contestazione degli studenti dell’università La Sapienza al Rettore, Luigi Frati, durante il dibattito su università e mondo del lavoro organizzato nell’ambito del ciclo di incontri I dialoghi dell’Espresso, che si è svolto ieri nell’aula Amaldi del dipartimento di Fisica. Dopo l’introduzione del direttore della testata, Bruno Manfellotto, e gli interventi di Pietro Lucisano, delegato al placement per l’ateneo e Giuliano Cazzola, ex sindacalista ed ex deputato Pdl, al momento del dibattito è partita la contestazione degli studenti, che hanno denunciato di aver ricevuto dall’università more fino a 4000 euro a fronte di un errore nel pagamento delle tasse che in moltissimi casi non supera i cinquanta euro. Un errore facile da commettere, secondo gli studenti, con un sistema di attribuzione delle fasce di reddito che prevede trentaquattro scaglioni, che non può essere sanzionato con minacce di revoca dei titoli di studio o blocco del percorso accademico, come invece riportato dalle comunicazioni ricevute. Luigi Frati, in evidente difficoltà, sottolinea la necessità di procedere con gli accertamenti “per stabilire dove sia l’errore e dove invece ci sia stata la volontà di evadere le tasse”, e prende l’impegno di discutere della questione nel prossimo consiglio di amministrazione e sospendere tutte le richieste.
Nel frattempo, però, denunciano gli studenti, alcuni di loro si sono visti costretti anche a compiere la rinuncia agli studi, nell’impossibilità di pagare la multa- chiaramente sproporzionata, secondo loro, rispetto all’importo non versato- e spaventati dalla possibilità delle azioni giudiziarie minacciate nelle lettere. Una situazione di cui si è avuta notizia solo ieri, dunque, ma che va avanti almeno dallo scorso ottobre, e che riguarda un numero considerevole di studenti e laureati, circa 700, a sentire gli intervenuti.
Bruno Manfellotto, dopo un lungo botta e risposta, ha preso l’impegno di seguire la vicenda, ma gli studenti contestano anche l’assoluta indifferenza degli organi di informazione e le difficoltà nell’ottenere risposte dagli uffici competenti dell’università, costretta dai numerosi tagli- secondo i portavoce del gruppo- a fare cassa anche con queste multe da capogiro. In attesa delle risposte del rettore e di una chiara soluzione della vicenda, resta la necessità di una modifica strutturale nell’amministrazione di un ateneo spesso scenario di contestazioni e al centro delle cronache, a partire proprio dai suoi discussi vertici.