Stop alla riforma elettorale: il Pdl teme i pugnali democrat
No a riforme lampo o “eccessive”. Il Popolo della Libertà soffre di maldipancia elettorale ogni volta che sente parlare di Mattarellum, e non si smuove: se volete il nostro voto, dicono a via dell’Umiltà, accontentatevi del Porcellinum, la versione minimal di riforme sull’attuale sistema elettorale. E mentre Berlusconi cerca di mediare, Quagliarello getta la spugna e restituisce la palla al Parlamento. Dove il Pd potrebbe disertare l’alleanza con gli azzurri e saldarsi con Grillo e Vendola, “uccidendo” (parola di Verdini e Fitto) il Governo Letta.
Quagliarello getta la spugna. La Commissione per le riforme istituzionali non toccherà il sistema elettorale. Niente consigli, testi, bozze o proposte per Quagliarello e Franceschini: le pressioni sono troppe, e qualsiasi proposta sembra avvicinare di un passo il crac del governo Letta. Il nodo della legge elettorale è la sua incostituzionalità, specie sul punto delle preferenze e del premio di maggioranza. L’emendamento proposto dal deputato democratico Giachetti vorrebbe puntare subito al radicale cambiamento del Porcellum, meglio ancora una preparazione al referendum per abrogarlo. Oggi l’emendamento doveva essere discusso in aula, con grandi maldipancia a destra.
Opposti interessi. Il Partito democratico vorrebbe la botte piena e il marito (Berlusconi) ubriaco. Da una parte far passare una legge elettorale che Fitto, Verdini, Capezzone e tutti i peones azzurri temono come il diavolo. Dall’altra, avere il loro appoggio in aula per le misure economiche (quando verranno). Rimanere al governo e fare opposizione, insomma, per portare a casa un risultato “di sinistra” in giustificazione dell’alleanza con Berlusconi.
Dall’altro lato, il Pdl è spaccato in due, come dimostra la riunione di ieri dei deputati azzurri: in 4 ore l’unico accordo che Brunetta e Alfano riescono a trovare è di rendere innocuo il testo. Ora l’emendamento contiene solo una tempistica (entro 18 mesi) e nessuna indicazione di merito (contenuto zero). Il Popolo (minuto) della Libertà ha paura di non sopravvivere a Montecitorio con altre leggi elettorali, soprattutto per il problema delle preferenze: gente come Cosentino, per dire, non potrebbe salvarsi senza il sistema delle liste bloccate.
La Costituzione dimenticata. In tutto questo, curiosa è la convergenza tra Napolitano e i grillini, ai ferri corti dacchè il comico genovese ha deciso che il Presidente è nemico giurato della democrazia. In aula i deputati del M5S chiedono piena partecipazione dei cittadini alla discussione già prima del referendum consultivo, e rivendicano gli articoli 72 e 138 della Costituzione. Tutti sembrano aspettare un nuovo monito di Napolitano, che alla nomina del Governo Letta minacciò il Parlamento (lo aveva già fatto all’accettazione del secondo mandato): “subito riforme o guai a voi”. Possibile che sia un 89enne a difendere, per ultimo, il baluardo della Costituzione, mentre due Aule intere se ne lavano le mani?
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“Possibile che sia un 89enne, insieme a un partito di cittadini “comuni” , a difendere, per ultimi, il baluardo della Costituzione”
Fixed :-D
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