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Diritto di critica | November 21, 2024

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Obama, la nuova sfida è il terrorismo interno non Al Qaida

obama guantanamo

Il terrorismo islamico non è la prima minaccia dell’America. Dopo 12 anni dall’11 settembre, il presidente Obama cerca di chiudere una guerra che se non è stata persa, di certo non è stata vinta dagli Usa. Le nuove minacce alla sicurezza nazionale vengono da dentro l’America, spiega Obama. E delinea nuove regole per i droni. A non farlo dormire sonni tranquilli è Guantanamo, “un carcere che non sarebbe mai dovuto essere aperto”.

Terrorismo interno. Osama Bin Laden non c’è più, i droni colpiscono con regolarità in Afghanistan e Pakistan, la minaccia terroristica straniera è sotto controllo: nonostante questo, l’America è ancora minacciata da attentati e stragi. Lo dimostra Boston, colpita da due cittadini americani, lo fa intuire il doppio attentato in Inghilterra. Segnali che spingono Obama ad una sola conclusione: “la vera minaccia alla sicurezza nazionale è oggi il terrorismo interno”.

Una nuova fase. Deve aprirsi una nuova fase, spiega il Presidente, che dovrà “portare alla fine di un’era segnata dalla guerra ad Al Qaida, ricreando un equilibrio tra sicurezza nazionale e libertà individuali”. La guerra all’Islam, lo scontro di civiltà cercato e trovato all’inizio del secolo da due opposti estremismi (Bush, la Rice, Colin Powell da una parte, Osama e i taliban dall’altra), deve finire: perché alimenta un odio che contagia i cittadini americani di fede islamica, gli emarginati,  i cani sciolti. Come nel caso dei due fratelli ceceni, due outsider con cittadinanza Usa che hanno incanalato la rabbia per l’isolamento sociale nel mito islamico antiamericano.

Guantanamo. Per riscattare gli scandali all’IRS e alla Casa Bianca, Obama promette di porre fine all’annosa questione di Gitmo, il carcere dei terroristi senza diritti costruito su suolo cubano. Una macchia ai diritti umani, una prigione che “non sarebbe mai dovuta essere costruita”: ma che due presidenti, prima Bush Jr e poi lui stesso, hanno trovato utile e conveniente usare. Obama accusa il Congresso di ostacolare la chiusura del carcere, ma una contestatrice lo sbugiarda – si tratta di Medea Benjamin, storica attivista per i diritti umani: “sono 11 anni! Tu sei il comandante supremo, tu puoi chiuderla e non lo hai fatto!”. Accuse che il Presidente, per una volta senza battuta pronta, non ha saputo negare.

I droni. “Sollevano una questione di ordine legale e morale”, ammette il Presidente, “ma hanno salvato vite umane e sventato complotti terroristici”. Quindi, continueremo ad usarli. Ma d’ora in poi l’impiego all’estero sarà minimale, e non verrà più utilizzato per proteggere i partner locali (Yemen, Somalia e Pakistan). Solo se la sicurezza americana sarà minacciata verranno impiegati. Con un monito: la cittadinanza Usa dei bersagli non è uno scudo. Conclude Obama, “se sono degli americani ad attentare alla nostra sicurezza interna, verranno trattati come quello che sono: terroristi”.