Bambini senza futuro, l'allarme di Save the children per l'Italia
In Italia le nuove generazioni hanno molte meno possibilità di costruirsi un futuro dignitoso rispetto ai loro coetanei europei. Si tratta di bambini, adolescenti e giovani per i quali la crisi economica si traduce sempre più spesso in un vero e proprio “furto” di prospettive e opportunità. A lanciare l’allarme è l’organizzazione Save the Children, che ha recentemente presentato il dossier “L’isola che non sarà” diffuso insieme all’indagine “Le paure per il futuro dei ragazzi e genitori italiani”.
Non è un paese per bambini. Secondo lo studio, sono sempre più numerose le famiglie italiane costrette a tagliare le spese per vestiti, sport, libri e mense scolastiche a causa della crisi economica. Quasi il 29% dei bambini sotto i sei anni (circa 950 mila) vive ormai sulla soglia della povertà e il 23,7% vive in uno stato di deprivazione materiale. A pesare sui bilanci delle famiglie in difficoltà sono soprattutto i continui tagli ai fondi per i minori, contrariamente a quanto avviene in altri paesi europei, come la Germania e l’Austria, dove esistono diverse forme di agevolazione per le famiglie con figli. L’Italia, invece, è al diciottesimo posto in Europa per la spesa per l’infanzia, che rappresenta appena l’1% del Pil.
Poca istruzione e tanta disoccupazione. Ma il furto che si sta consumando ai danni delle nuove generazioni riguarda anche l’istruzione e il lavoro. Per una famiglia su tre è sempre più difficile far fronte alle spese scolastiche e universitarie. Così molti giovani abbandonano gli studi e si dedicano alla ricerca, affannosa, di un lavoro in modo da contribuire al sostentamento della famiglia. I giovani con un basso livello d’istruzione sono ormai il 28,7% tra i 25 e i 34 anni (pari al 18,2% di under 25) e il nostro Paese si ritrova all’ultimo posto in Europa per tasso di laureati, appena il 20% dei giovani fra 30 e 34 anni. Le difficoltà continuano poi nel momento in cui i giovani italiani si affacciano al mondo del lavoro: tra gli under 25 i disoccupati sono ormai il 38,4% (il quarto peggior risultato a livello europeo), mentre i neet (i giovani che non lavorano e non sono in formazione) sono più di 3 milioni. Insomma peggio di noi solo Bulgaria e Grecia.
I giovani impoveriti. “Il generale impoverimento delle giovani generazioni va in parallelo con una colpevole e annosa disattenzione nei loro confronti, che si sta traducendo in una gravissima privazione di prospettive, in una parola, di futuro – afferma Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia -. Cancellare il futuro di bambini e giovani significa compromettere il futuro dell’intero Paese”.
Un aiuto a chi è in difficoltà. Per restituire il futuro a questi giovani – sottolinea ancora l’organizzazione – è necessario avviare un piano specifico di contrasto alla povertà minorile e tornare ad investire il prima possibile nell’istruzione pubblica, garantendo anche ai meno abbienti la possibilità di usufruire dei servizi scolastici di base come mense e servizi di trasporto.