La querelle Balotelli infiamma l’Italia: razzismo o semplice rivalità sportiva?
Non si placano le polemiche sul caso Balotelli, assurto a icona della difficile integrazione razziale nello sport. Insultato e attaccato dalle tifoserie avversarie, l’attaccante del Milan si batte contro il razzismo trovando sponde e interpretazioni contrarie. Primo capitolo della storia recente vede protagonista la tifoseria romanista che, durante Milan-Roma di campionato dieci giorni fa, avrebbe rivolto insulti e intonato buu razzisti. Per questa condotta, il giudice sportivo aveva deferito i supporter giallorossi prima del turno di squalifica inflitto ieri per i reiterati insulti a un calciatore del Napoli, sanzione da scontare nel prossimo campionato.
Mario Balotelli ha più volte minacciato di abbandonare il campo in caso di continui insulti a sfondo razzista. A questa provocazione il presidente dell’Aia Marcello Nicchi lo aveva avvertito sostenendo che, in caso di abbandono volontario del terreno di gioco, il giocatore sarebbe da ritenersi espulso. In seguito a tale avvertimento, proprio il designatore dell’Uefa Pierluigi Collina ha voluto precisare che l’interpretazione di Nicchi è da ritenersi frutto di un “malinteso”. Non si deve arrivare – ha aggiunto Collina – al punto in cui un giocatore venga costretto a lasciare il campo per salvaguardare la propria dignità e far valere un proprio diritto”. Il ministro dell’Integrazione ha cercato di stigmatizzare quanto accaduto tra i tifosi della Fiorentina e i giocatori del Milan dopo la partita di Siena.Ieri, dopo la vittoria dei rossoneri, che ha sancito la qualificazione del Milan al preliminare della Champions League, proprio ai danni della viola, è stata sfiorata la rissa.
“Non è scontato che i cori contro Balotelli siano dettati dal razzismo”. A prendere le distanze dalle accuse di razzismo è il ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge. “Il razzismo – ha sottolineato il ministro – è un tema che va sicuramente affrontato, ma credo che bisogna vedere anche in quale momento siano stati fatti questi cori. Bisogna anche ricondurre tutto ai risultati della partita e credo che a volte bisogna essere molto lucidi per capire che quando si parla di razzismo, quando si parla di sport, di una sconfitta o di altri tipi di motivazione che spingono le persone”.
-
I cori spesso etichettati come “razzisti” sono quelli che emulano il verso delle scimmie o degli oranghi. E’ un fragoroso “uh uh uh” che ha come obiettivo insultare atleti e sportivi di colore equiparandoli a dei primati e, di fatto, umiliando e denigrando la loro dignità in quanto esseri umani.
Tutti gli atleti, soprattutto nel calcio, sono oggetto di cori a favore o contro, il punto è che quando il problema diventa culturale e generale è giusto intervenire. Io sono d’accordo con Balotelli così come lo fui con Boatheng. Abbandonare il campo in caso di segni d’inciviltà da parte del pubblico.
E per favore, una legge che svuoti gli stadi dai teppisti.
Comments