Armi per bambini, l'ultima provocazione della lobby Usa
di Francesco Rossi
“L’America ai signori delle armi”. E’ con questo spirito che la lobby delle armi statunitense ha sfidato Obama con una “Giornata della Gioventù”. La convention annuale di Houston della National Rifle Association si è conclusa con un evento di “incoraggiamento” per i ragazzini, che hanno avuto un’intera giornata per imparare a sparare con pistole e fucili. Una “festa” che ha il sapore della beffa, perchè arriva a pochi giorni dalle ultime tragedie causate dalle armi facili: due bambini di 5 e 13 anni hanno rispettivamente ucciso e ferito gravemente le sorelle. Ma alla NRA questo non importa, ciò che conta è il mercato. E allora ben vengano anche i minori, potenziali acquirenti di fucili e pistole pensati proprio per loro.
Obama ha puntato molto, durante la campagna elettorale, sull’introduzione di restrizioni al commercio di armi. Ma sa bene che la strada è tutta in salita. Un assaggio lo ha avuto qualche settimana fa, quando il primo tentativo di riforma in materia è stato bocciato dal Senato. I repubblicani, nonostante il testo fosse frutto di un accordo bipartisan, hanno fatto muro, e all’appello sono mancati anche alcuni voti democratici. Il Presidente ha assicurato che non mollerà, ma anche la “lobby del grilletto” è pronta a dare battaglia, e studia le contromisure. Non a caso, 38 stati su 50 stanno già lavorando all’introduzione di leggi interne che blocchino l’applicazione, ai loro territori, di eventuali norme federali restrittive in materia di armi. Una mossa che, se andasse in porto, renderebbe vani gli sforzi dell’amministrazione Obama.
E’ una sfibrante guerra di posizione, combattuta parlando alla pancia dei cittadini e facendo leva sulle loro paure. Da una parte coloro che ritengono intoccabile il “secondo emendamento”, interpretato come la norma che garantisce ad ogni statunitense il diritto a detenere armi per difendersi da violenze e aggressioni. Dall’altra chi sostiene che proprio l’eccessiva libertà nella circolazione delle armi alimenta quella violenza. Una contrapposizione culturale radicata e difficile da scalfire. E poi ci sono i soldi. Le montagne di dollari che la NRA investe in propaganda e marketing, o riversa nelle casse di associazioni, movimenti e partiti “vicini alla causa”, cioè il mantenimento dello status quo. Ecco perchè la sfida di Obama rischia di diventare una missione impossibile.