Giovani italiani in fuga, Berlino è la meta
E’ la Germania la nuova terra promessa per gli italiani in fuga dal Belpaese e in cerca di lavoro. La locomotiva tedesca continua a crescere nonostante la crisi ed attrae sempre più immigrati da tutta l’Unione europea, soprattutto mediterranea. Italia compresa.
Nel 2012 – secondo i dati dell’istituto federale di statistica Destatis – più di un milione di persone si è trasferito in Germania, con un incremento del 13% rispetto al 2011. E sempre nel 2012 gli italiani arrivati in terra tedesca per cercare fortuna sono addirittura aumentati del 40% rispetto all’anno precedente. Si tratta di giovani laureati tentati da qualità di vita e di lavoro migliori rispetto a quelle che hanno trovato in patria. Dati, questi ultimi, che confermano quelli pubblicati dall’Istat lo scorso dicembre.
Giovani emigranti. I giovani italiani che si trasferiscono all’estero sono infatti sempre più numerosi, passando dall’11,9% del 2002 al 27,6% del 2011. Molti di loro provengono dal Nord e dal Centro Italia e scelgono come meta, oltre alla Germania, anche Svizzera, Francia e Gran Bretagna. A partire sono soprattutto laureati, giovani professionisti, medici, ingegneri e ricercatori (i cosiddetti “cervelli in fuga”). A volte lasciano l’Italia semplicemente per arricchire il proprio curriculum e conoscere culture diverse. Ma spesso, la maggior parte delle volte anzi, scappano dalla precarietà, dalla disoccupazione – che ha raggiunto quasi il 34% tra i giovani tra i 15 e i 24 anni – e da un mercato del lavoro bloccato dalla crisi e dominato prevalentemente da clientelismi e raccomandazioni. E mentre le imprese chiudono una dietro l’altra, con sanità, scuola e università ormai al collasso, la politica continua a rimandare le riforme necessarie per far ripartire il Paese. Così chi può se ne va. Portando via con sé le proprie competenze, con un’enorme perdita di risorse per l’economia italiana.
Non è un Paese per giovani. Il Belpaese non è più, dunque, un posto per lavoratori. Un po’ come agli inizi del ‘900 quando gli italiani abbandonavano la propria terra per scappare da miseria e arretratezza. Allora la meta privilegiata era l’America, oggi gli italiani scelgono soprattutto il Nord Europa, meno toccato dalla crisi e dove è più facile spostarsi. Qui gli italiani mettono a frutto le loro competenze, trovando spesso contratti più stabili e soprattutto meritocrazia. Fanno carriera velocemente e mettono radici anche grazie a sistemi sociali più equi. E sempre qui – a proposito di ius soli di cui si parla tanto in questi giorni – decidono di far crescere i propri figli, trovando leggi meno rigide sul riconoscimento della cittadinanza per i bambini nati da genitori stranieri.
Insomma chi può non torna più, a volte a malincuore a volte senza rimpianti. E chi lo fa se ne pente quasi subito.