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Diritto di critica | November 12, 2024

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Israele bombarda la Siria. Ma il segnale è per Obama

caccia_IsraeleVenti di guerra sempre più pesanti in Medio Oriente. Nella notte tra sabato e domenica l’aviazione israeliana ha bombardato per ore diversi obiettivi nei pressi di Damasco. La popolazione locale ha confermato che per ore il cielo sopra la capitale siriana è stato illuminato da ripetute esplosioni.

Secondo alcune fonti i tre bersagli principali sarebbero il centro di ricerca nonché presunto deposito di armi chimiche a Jamraya, la base aerea di Dimas e la cittadina di Maysaloun, nei pressi del confine con il Libano; tra gli obiettivi sembra vi fossero anche alcuni carichi di missili iraniani diretti a Hizbullah.

Russia Today afferma che il bombardamento israeliano avrebbe causato moltissime perdite tra le file dell’esercito di Assad, si parla di circa 300 morti, quasi tutti membri dell’unità 501; ci sarebbero anche numerosi feriti trasportati negli ospedali della capitale.

Si tratta della seconda serie di raid aerei israeliani nell’arco di 48 ore; infatti nella giornata di venerdì sono stati colpiti alcuni convogli che trasportavano missili Fateh-110 di fabbricazione iraniana, diretti verso il confine con il Libano, probabilmente destinati alle milizie sciite di Hizbullah.

Colpita anche la 4° divisione dell’esercito siriano, comandata dal fratello di Bashir Assad, il generale Maher Assad.

Durissima la condanna da parte del regime siriano; il Ministro dell’Informazione Omran al-Zoubi ha dichiarato: “l’aggressione israeliana lascia aperte tutte le porte”; egli ha inoltre aggiunto che l’attacco ha reso la zona ancora più pericolosa.

La lega Araba ha chiesto all’Onu di far cessare immediatamente l’aggressione israeliana nei confronti della Siria. Condanna anche da parte della Presidenza egiziana che ha sottolineato come l’attacco israeliano violi le leggi internazionali e complichi ulteriormente una situazione già drammatica.

Israele nel frattempo ha chiuso lo spazio aereo nel nord del paese e la compagnia aerea interna Arkia ha cancellato tutti i voli tra Haifa e Eilat. Lo scudo difensivo Iron Dome è stato installato sia a Haifa che a Safed. In aggiunta truppe israeliane si sono ammassate al confine con Libano e Siria e sarebbero stati richiamati anche numerosi riservisti. Il Primo Ministro Netanyahu ha ritardato di alcune ore la propria partenza per la Cina e ha convocato una riunione d’urgenza con alti membri della Difesa.

L’attacco delle scorse ore è senza dubbio il più violento e prolungato condotto da Israele in territorio siriano dall’inizio della guerra civile. E’ evidente, come sottolineato più volte dallo stesso governo israeliano, che le principali preoccupazioni sono legate in primis al fatto che carichi di armi chimiche provenienti dai depositi dell’esercito di Assad possano raggiungere Hizbullah, che a sua volta potrebbe usarle contro le città israeliane del nord; ci sono poi i missili di fabbricazione iraniana, anche loro destinati alle milizie sciite libanesi.

Ora si attende una risposta da parte di Damasco; nonostante le parole minacciose da parte del Ministro dell’Informazione siriano e le ripetute conferme da parte dell’intelligence israeliana sulla presenza di militari iraniani in appoggio all’esercito regolare siriano, inclusi migliaia di Bassiji, sono in pochi a credere che Assad aprirà un nuovo fronte contro un nemico molto più forte, rischiando di indebolire un esercito già messo a dura prova dagli scontri con l’Esercito Libero Siriano.

La situazione risulta però imprevedibile in quanto l’Iran non ha alcuna intenzione di perdere il proprio vitale alleato siriano e la Russia ci tiene a mantenere la sua unica base navale sul Mediterraneo, a Tartus.

Il bombardamento israeliano in Siria potrebbe inoltre essere un modo per mettere pressione al presidente americano Barack Obama, spingendolo a un intervento in Siria, come sostenuto dal senatore repubblicano John Mc Cain, che ha dichiarato la necessità di cambiare strategia, creando zone sicure sul terreno e fornendo armi ai gruppi siriani non legati all’estremismo islamico. Mc Cain ha poi affermato che l’attuale situazione va esclusivamente a vantaggio di Hizbullah e degli estremisti islamici, a discapito della popolazione siriana.

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