Credit crunch: uccide famiglie e imprese, e arricchisce gli usurai
di Francesco Rossi
Mario Draghi, Presidente della BCE, non sa più cosa inventarsi per rimettere in moto l’economia europea. Ieri il board della banca centrale continentale ha deciso un nuovo taglio del tasso di interesse, dallo 0,75% allo 0,50%. Anche il tasso marginale, quello praticato alle banche quando richiedono liquidità di emergenza, è stato abbattuto dall’1,5% all’1%. Gli istituti di credito, quindi, pagheranno meno il denaro; la speranza è che i benefici si riversino su famiglie ed imprese, alla disperata ricerca di liquidità.
Credit crunch. Proprio qualche giorno fa Bankitalia ha certificato, una volta di più, il pessimo stato del credito in Italia. Famiglie ed imprese, soprattutto quelle piccole e medie, sono soffocate dalla mancanza di denaro. Strette fra uno Stato che non paga i suoi debiti ma pretende ingenti tasse, e un sistema bancario che non concede prestiti. Il risultato è una spirale recessiva di cui non si vede la fine. Sempre più imprenditori gettano la spugna, oberati dai debiti; sempre più famiglie riducono drasticamente i consumi.
Promesse mancate. In un contesto così difficile, il taglio dei tassi di interesse, da parte della BCE, era atteso e sperato. Ma da solo non basta; serve un cambio di rotta nelle politiche europee e nazionali. Nel vecchio continente l’austerità ha sempre meno sostenitori e si moltiplicano le voci favorevoli ad un allentamento dei vincoli di bilancio. In Italia, il nuovo ministro dell’Economia, Saccomanni, ha inserito tra i punti fondamentali della sua azione la riduzione della pressione fiscale ed un pacchetto di interventi per ridare ossigeno a pmi e famiglie. Ma al netto delle promesse, la realtà è che la prima tranche di pagamenti alle aziende da parte della pubblica amministrazione, 40 miliardi annunciati in pompa magna, è ancora ferma a causa delle pastoie burocratiche.
Il trionfo dell’usura. Purtroppo qualcuno che trae beneficio da questa drammatica situazione c’è. Sono gli usurai, a cui sempre più spesso famiglie ed aziende si rivolgono per ottenere i finanziamenti che gli vengono negati dai canali legali. Secondo i dati di “SOS Imprese” e “Contribuenti.it” il fenomeno è in preoccupante crescita: +155% in un anno. Nel 2013 sarebbero a rischio “strozzinaggio” ben 3 milioni di famiglie e 2 milioni e mezzo di imprese. Un vero e proprio esercito di vittime, spinte verso il baratro dall’inerzia politica ed economica.
Comments