La triste parabola di Mario Monti
Prima acclamato, osannato e incensato. Poi abbandonato da tutti. L’ex premier Mario Monti, dopo lo scarso risultato elettorale ottenuto con Scelta Civica, è ora in cerca di nuove alleanze strategiche, magari proprio con il Pdl di Silvio Berlusconi, che tutti i sondaggi danno in rimonta.
Appena 16 mesi fa, l’ex rettore della Bocconi – chiamato da Giorgio Napolitano per fare quelle riforme impopolari che nessun politico avrebbe mai osato fare – si insediava a Palazzo Chigi alla guida di un Paese in balia dello spread e degli scandali. Tra i cori di entusiasmo quasi unanimi della stampa italiana e il plauso della comunità internazionale.
Accolto da tutti come il “salvatore” della “nave in gran tempesta”, il professore fu subito premiato dai sondaggi che lo indicavano come il leader più apprezzato dai cittadini. E mentre il loden tornava prepotentemente di moda, “sobrietà” e “rigore” diventavano improvvisamente le nuove parole d’ordine della politica italiana. La strada per il Quirinale, quale successore di Napolitano, era ormai spianata. Poi arrivarono le riforme “lacrime e sangue”, gli esodati, la contestata tassa sulla casa e la pessima figura di fronte alla comunità internazionale con il caso dei due marò arrestati in India. Fino alla decisione di “salire in politica” alla guida di Scelta Civica con il sostegno di Fini e Casini.
Il tecnico che diventa politico: una scelta pagata a caro prezzo nelle urne, dove il Professore ha superato di poco la soglia dell’8%. E dell’Agenda per l’Italia nessuno ha più sentito parlare. Nei mesi di governo, certo, la convivenza con le forze parlamentari non deve essere stata facile, per via di quella “strana maggioranza” Pd-Pdl che ha votato senza troppe esitazioni i provvedimenti dell’esecutivo poi rinnegati da tutti in campagna elettorale. Ma gli errori compiuti dal governo Monti sono stati troppi: a partire dalle mancate riforme per la crescita in un Paese già messo a dura prova dalla crisi. Risultato: addio al Quirinale e nessun ruolo per lui nel governo Letta. E se, nonostante l’appoggio al nuovo esecutivo, i rapporti con il Pd sembrano al momento piuttosto freddi, al Professore non resta che guardare al centrodestra. Monti e il Cavaliere non si sono mai amati particolarmente ma l’attuale situazione politica ha aperto nuove prospettive e un ritorno alle urne in tempi brevi non è ancora del tutto da escludere. “Le motivazioni che impedivano un accordo più organico con il Pdl sono venute meno con il varo del governo di larghe intese – avrebbe detto Monti ai suoi – la strada che Scelta Civica deve percorrere, dunque, è quella di un’alleanza più strategica con il partito di via dell’Umiltà”.