Contratti, 40% lavoratori aspetta il rinnovo
La popolazione di Roma e Milano messe insieme, hinterland compreso: è il numero di lavoratori dipendenti che aspettano il rinnovo del contratto di lavoro. 5,3 milioni di persone che non sanno quanto verranno pagate, che orari faranno, che tagli dovranno accettare. Intanto i tempi si allungano e lo spettro dei licenziamenti cresce. Non stupisce se qualcuno si dichiara “disperato” .
Rinnovi in attesa. Il 40,8% dei lavoratori dipendenti aspetta di veder rinnovato il contratto: lo rileva l’Istat a marzo, contando 44 categorie senza adeguamento degli stipendi e delle condizioni contrattuali. Il dato più preoccupante, però, è l’allungamento dei tempi medi di rinnovo: l’anno scorso ci volevano 27 mesi, quest’anno siamo saliti (nel giro di un trimestre) a quasi 29 mesi. Considerando che quasi mai i nuovi contratti vengono agganciati direttamente all’inflazione, ecco un ulteriore motivo di perdita del potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti.
Pubblica Amministrazione. Sono 15 le categorie di lavoratori legate al pubblico impiego in attesa del rinnovo del contratto. Lo Stato sta facendo aspettare 2,9 milioni di persone per trattative che non si sbloccano. Colpa dei sindacati? Colpa del governo? Di sicuro l’esecutivo Letta vuol far sentire un cambio di marcia, sia sui contratti che sulle regole di comportamento. D’Alia, il nuovo ministro della Pubblica Amministrazione, in un’intervista al Gr1 ha dichiarato che “il primo impegno sarà di distinguere tra chi lavora e chi no. Isoleremo le sacche di inerzia e premieremo chi lavora bene”. Uno slancio confortante, ma che rischia di tradursi in un fallimento, se come negli anni scorsi si tenteranno i mezzi “coercitivi” (videosorveglianza, sistemi badge proibitivi, etc).
Disoccupazione da record. Il lavoro dispera, che ci sia (male) o che non ci sia. L’Istat ha reso noto ieri un dato sconcertante: in 5 anni il numero di disoccupati è quasi raddoppiato (+82%), senza dar segni di rallentamento. Sono state 2,74 milioni le persone costrette fuori dal mercato del lavoro l’anno scorso: nel 2007 erano “solo” 1 milione e 500mila. E la disoccupazione avanza.