La Serracchiani vince, un segnale per il nuovo Pd
E per fortuna che doveva diventare la prima regione a 5 stelle. Nonostante i molti pronostici di Beppe Grillo e del “popolo della Rete”, il Friuli Venezia Giulia sarà governato da domani da Deborah Serracchiani, giovane (ma non troppo) leva del partito democratico, nota per aver attaccato con decisione le scelte prese dalla dirigenza del Pd nel 2009 durante l’assemblea dei circoli e simbolo della lotta generazionale nella politica e nel centro-sinistra in particolare.
Debora, il segnale di un rinnovamento possibile. Quasi come un segnale venuto da una terra complessa ma piena di risorse come il Friuli. Grillo e il MoVimento 5 Stelle, nonostante le urla e i “colpi di stato”, perdono molto terreno, mentre, inspiegabilmente regge bene il Pd, un partito democratico guidato da una quarantenne che rappresenta il nuovo che il centro-sinistra possa esprimere. Non è una renziana nel senso stretto del termine. Ma, insieme a Pippo Civati, è sempre stata vicina alle posizioni del sindaco di Firenze. Aria nuova, quindi, mentre a Roma Bersani e Rosy Bindi rassegnano le dimissioni e tutto appare crollare.
“Senza Roma, un’asfaltata”. “Se non c’era Roma sarebbe stata una asfaltata”, ha commentato la Serracchiani dal suo comitato elettorale di Udine. In effetti, l’avvocato friulano e europarlamentare ha avuto la meglio sul presidente uscente del Pdl per appena lo 0,5% dei voti. Una corsa al fotofinish che ha lasciato tutti senza fiato. “Se a livello nazionale le cose fossero andate in modo diverso e cioè se il Pd fosse stato in grado di formare un governo e di eleggere un suo Presidente della Repubblica, il dato nazionale non avrebbe penalizzato quello regionale e a questo punto la partita si sarebbe chiusa a nostro favore”.
Grillo in caduta libera. E se il Friuli rappresenta un momento di ritrovata speranza per il Pd, è la regione che segna il primo declino reale (dopo alcune avvisaglie percepite dai sondaggi) del MoVimento 5 Stelle. Il candidato grillino si ferma al 19,2%, mentre il centro-sinistra guidato dalla Serracchiani sfiora il 40%. Ma ad impressionare è il tracollo della lista M5S che si attesta al 13,8% dopo aver conquistato solo due mesi fa in Friuli Venezia Giulia durante le elezioni politiche il 27,2%, uno dei risultati più alti a livello nazionale. Si conclude così il sogno pentastellato. E dopo l’illusione è l’ora della delusione.
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