Ingroia, dalla rivoluzione alla riscossione: Crocetta lo sistema in Sicilia
IL GRAFFIO – Prima magistrato, poi inviato Onu in Guatemala contro il narcotraffico (verrebbe da dire: giusto il tempo di posar le valige), poi candidato premier, poi quasi magistrato in Valle d’Aosta, adesso direttore dell’agenzia pubblica di riscossione dei tributi della Regione Sicilia, nominato direttamente dal governatore Crocetta. E’ questa in poche righe la parabola di Antonio Ingroia, passato dalle più importanti inchieste di mafia alla riscossione delle tasse, con una parentesi – per la verità non così esaltante – Guatemala prima e in politica poi.
Crocetta assicura che il contributo di Ingroia in Regione sarà prezioso, soprattutto a capo di una società come quella dei Tributi, già nell’occhio del ciclone per alcune consulenze. Eppure in rete le critiche non mancano: “Dalla rivoluzione alla riscossione”, tuonano alcuni cinguettatori. Ed è una delle critiche più leggere.
Come dare torto, infatti, ai tanti militanti che in Ingroia e nel suo progetto hanno creduto con convinzione? La delusione è tanta, molto simile ad un tradimento. Già perché chi si aspettava un prosieguo della lotta politica per continuare a costruire “Rivoluzione civile” ed entrare in Parlamento alle prossime elezioni, è rimasto con un pugno di mosche. Così non è stato.
Una circostanza però è certa: se Ingroia fosse stato eletto, mai avrebbe pensato di lasciare la poltrona per andare a dirigere la società siciliana di riscossione Tributi.