Renzi all'attacco. E proverà a bloccare l'elezione di D'Alema al Colle
“Stiamo perdendo tempo”. ne è convinto Matteo Renzi. Inseguire Grillo è oramai tempo perso. E quindi, per il sindaco di Firenze sono due le strade che può prendere il Partito democratico: o si scende a patti con Berlusconi, oppure si torna alle urne. Nulla di più ovvio. Ma un’ovvietà che ancora riesce a far scalpore.
Tempo perso, “al voto”. Di fronte all’emergenza del Paese questo temporeggiare di Pier Luigi Bersani rischia di mettere il Pd in una posizione tutt’altro che favorevole. Già oggi i sondaggi parlano chiaro. La sinistra non è in grado per l’ennesima volta di mettere in piedi un governo e a riguadagnare consensi ci pensa Berlusconi, un usato sicuro per gli italiani, o per lo meno per la maggioranza di questi. Così Renzi – forse anche con un briciolo di impazienza – vuole accelerare i tempi, consapevole del fatto che con Berlusconi qualsiasi accordo non è possibile o rappresenterebbe un suicidio politico collettivo per tutto il centro-sinistra.
E se Renzi ribaltasse il tavolo? Allora non resta che tornare alle urne. Anche senza cambiare la legge elettorale. Un azzardo che Renzi potrebbe aver valutato con attenzione per sfruttare quell’effetto “novità” di cui ancora gode dopo le primarie del centro-sinistra di fine novembre. Il 66% degli italiani, secondo un sondaggio di SWG, sarebbe disposto a votarlo come premier. Un risultato che, se confermato dalle urne, avrebbe le fattezze di un’elezione bulgara in grado di sconvolgere il panorama politico, M5S compreso.
Verso una lista civica? Rimangono però due nodi da affrontare. Se si dovesse votare a giugno o al massimo a fine settembre, Renzi deve trovare una soluzione che bypassi le regole della legge elettorale. È certo che dovranno essere confermate le primarie per i parlamentari, ma soprattutto è necessario svincolare il suo nome dal logo del Pd. Non perché Renzi non consideri il Partito democratico la sua casa naturale, ma perché ha estremamente bisogno di pescare voti tra coloro che il Pd non lo voterebbero in alcun caso. Allora potrebbe tentare la creazione di una lista civica, una “Lista Renzi”, costola stessa del Pd che permetta di mettere in evidenza il suo nome.
Renzi “grande elettore” per fermare D’Alema. Altro punto importante è l’imminente elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Tra una parte dei democratici e il Pdl proprio ieri circolava il nome di Massimo D’Alema, nome fatto dallo stesso Berlusconi che lo vorrebbe contrapporre a quello di Romano Prodi che lo stesso Cavaliere ritiene “un uomo non di garanzia”. In altre parole Berlusconi teme al Quirinale una personalità poco incline a difendere la sua immunità politica di fronte alla morsa giudiziaria che lentamente si sta chiudendo su di lui. Così Renzi, per scongiurare un “inciucio” che potrebbe mettergli i bastoni tra le ruote, sta cercando un’alternativa. Secondo l’Huffington Post, il sindaco di Firenze avrebbe intenzione di farsi eleggere dal consiglio regionale della Toscana in qualità di “grande elettore” per il voto del Quirinale in modo da guidare la sua pattuglia direttamente all’interno di Montecitorio. È chiaro che ora, per lui, la soluzione migliore sarebbe Romano Prodi.
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Renzi continua a credersi l’Obama italiano. Si vuole fare nominare “grande elettore”, senza sapere che tale ‘attributo’ esiste solo negli USA e non in Italia.
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Non è esattamente vero. Il Presidente della Repubblica è eletto a Camere riunite e integrate da rappresentati eletti dai vari consigli regionali. Di fatto una specie di “grandi elettori” all’americana
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