Lo stallo favorisce Berlusconi: il centrodestra primo nei sondaggi - Diritto di critica
L’ANALISI – Il centrodestra torna in testa nei sondaggi. Dopo quello Swg apparso ad Agorà, in cui il Pdl figurava come primo partito, ora anche l’Ipsos, a Ballarò, mostra come il centrodestra sia avanti rispetto alla coalizione che ha sostenuto Bersani.
Insomma, si sa, a volte ritornano, ma questa volta lo stupore è forte. Chi se l’aspettava ormai fuori dai giochi, morto e sepolto, contornato solo da un’aristocrazia del potere in fin di vita, scopre con sorpresa che deve ancora fare i conti con lui: Silvio Berlusconi.
Se un mezzo miracolo può essere ascritto all’uomo che ebbe a definirsi come “unto dal signore” è senz’altro politico. Berlusconi ha resuscitato il centrodestra che con un 32.3% si piazza al primo posto, davanti al centrosinistra, fermo al 31,9%. Terzo posto per Grillo al 25,1%. Un calo dello 0,5%, che se fosse confermato – il “se fosse” è d’obbligo, va ricordato come nessuno avesse previsto l’exploit del M5S che, comunque, fino al 20 di marzo, era dato da alcuni sondaggisti (Swg) al 30% – non sarebbe cosa da poco. Sarebbe il primo segnale di un calo vistoso, che tutti i partiti attendono.
Le gaffe dei due capigruppo Lombardi e Crimi certo non hanno aiutato. La spocchia della Lombardi (molto poco amata anche dai 5Stelle) e Crimi smentito da Grillo – tipo “bimbo piccolo che dice le bugie” – tolgono sicurezza e credibilità. Gira voce – a forza di non parlare e senza il decantato streaming siamo alle dicerie – di riunioni dove inizia a scorrere il sangue.
Bersani, invece, resta “un morto che cammina”. Incapace di vincere dà l’idea di non volersi ancora arrendere, restando ostaggio di un partito in cui si svolge l’ennesima lotta di potere – con annessa paralisi decisionale – tra i renziani e una classe dirigente logora ma per nulla rassegnata al trapasso.
Il Pd è il primo partito e rispetto alle elezioni della Camera sta guadagnando 3 punti percentuali. Fa meglio solo il Pdl che balza dal 21,56% di un mese fa, al 24,8% del rilevamento. A due passi da Grillo al 25,1%. In politica sembra che il famoso detto, “tra i due litiganti il terzo gode” sia ancora molto attuale.
E così, stretto tra la speranza di un Presidente della Repubblica, se non amico, almeno non avverso e l’incubo di vedere eletto Romano Prodi, grazie a un accordo Pd-M5S, Berlusconi festeggia con i sondaggi di Ballarò. Era un pezzo che almeno la metà delle società di statistica più accreditate per i rilevamenti mostravano come ad avvantaggiarsi della fase di stallo attuale fosse proprio il centrodestra. Ma adesso il riconoscimento arriva da un sondaggio di Pagnoncelli, da quella “tana democratica” che è lo show condotto da Giovanni Floris su Rai Tre.
Al Cavaliere non dev’essere sembrato vero e dal suo punto di vista ha di che rallegrarsi e per diversi motivi. Il primo è la fidelizzazione che, vuoi o non vuoi, ha prodotto in tante persone. Il secondo – motivo di ancora maggior soddisfazione – è la capacità di recuperare la fiducia di una grossissima fetta di elettori che chiunque avrebbe dato per persi. Poi, c’è la soddisfazione nei confronti della magistratura che a giudicare dai voti – vedi il caso Ingroia – non gode di grande popolarità in questo momento.
Senza rivangare un passato del Pdl fatto di inchieste e scandali d’ogni sorta, basta ricordare come i nuovi sondaggi arrivino a pochi giorni dal verdetto d’appello per Marcello Dell’Utri: condanna a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Con Berlusconi perennemente sotto processo, le polemiche per l’uveite e la protesta dei suoi sotto la Procura a Milano. Serve qualcos’altro per poter affermare che gli elettori del Pdl voterebbero sempre e comunque il Cavaliere?
È possibile chiedersi se, oltre all’imponente propaganda di cui dispongono, non sia anche l’atteggiamento a premiare almeno virtualmente gli “azzurri”? Il Pdl si è intestato con grande furbizia la parte della forza responsabile. Visto che il Pd non vuole cedere a un’alleanza e che il M5S non si allea con nessuno, i primi a dirsi pronti a un sacrificio in nome del Paese sono stati proprio i “berluscones”.
Essere i primi a occupare una posizione netta e differente da quella degli avversari è un cardine della politica. Berlusconi lo sa. Dimostrarsi aperti al dialogo e, intanto, mandare messaggi chiari sul nuovo Capo dello Stato, stigmatizzando la bulimia da poltrone dei democratici sta pagando. Anche per questo il Pdl teme che i saggi e le manovre per scongiurare un altro voto subito siano una enorme trappola. Al momento, Berlusconi è lì, davanti a tutti. E a questo punto la tentazione è forte. Se annusasse la possibilità di un avvicinamento tra M5S e Pd su un nome sgradito al Quirinale, potrebbe ritirare i saggi Quagliariello e Giorgetti e puntare dritto dritto alle urne, facendo passare gli altri come quelli che vogliono aggiustarsi le carte.
Intanto, il Pd vacilla e la “linea della fermezza” rischia di spaccarsi, o forse, come dimostra questo tweet del renziano Giorgio Gori “..Chi ripete i nostri elettori non capirebbero, rischia di non essere capito dagli italiani”, è già saltata.
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Aprile 3, 2013
qual’è il problema? Se gira e rigira la politica ha come massima aspirazione “il comando” (vedi a conferma il comportamento dei 5S), la vittoria sugli altri diventa l’UNICO obiettivo… Il popolo diventa “tifoso”, quasi impaziente di “giocare” a fare le elezioni… e l’importante non è partecipare (magari “governare”) ma vincere! E questa è l’unico “elemento in comune” delle attuali forze politiche. Mal che vada può andare peggio solo il Paese, tanto loro vivono “fuori dal mondo”…. e noi votiamo l’Unico, o il Migliore o il Meno Peggio…. ma con quale prospettiva? Se ogni popolo ha il re che merita, viva la democrazia!
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