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Diritto di critica | November 24, 2024

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Mosca minaccia un improbabile intervento in Siria

SiriaUn aereo carico di armi proveniente dall’Iran è stato distrutto dai ribelli siriani. Il fatto è avvenuto giovedì scorso all’Aeroporto Internazionale di Damasco quando il velivolo, in fase di atterraggio, è stato colpito dal fuoco delle milizie appartenenti all’Esercito Libero Siriano e ha preso fuoco.

Un duro colpo ad Assad. La Syrian Arab News Agency ha inizialmente negato il fatto ma i ribelli hanno successivamente caricato su YouTube un filmato dove viene documentato il fatto e, secondo alcune fonti, tutti i voli in arrivo all’aeroporto di Damasco sarebbero stati dirottati presso un altro scalo nei pressi di Soueida. Alaa al-Basha, un portavoce del Consiglio Militare dell’Opposizione Siriana, ha dichiarato che diversi comandanti delle Guardie Rivoluzionarie iraniane sono rimaste ferite nell’incidente e che l’aereo risultava essere carico di armi da consegnare all’esercito regolare.

Le minacce russe. Fonti vicine all’opposizione affermano che l’Iran trasferisce in Siria circa cinque tonnellate di armi alla settimana e che il carico è nascosto in uno scompartimento speciale del cargo dell’aeromobile. In seguito alla pericolosa situazione di Damasco, anche i russi hanno iniziato a dirottare i propri aerei carichi di armi e pezzi di ricambio verso Nairab ed hanno inoltre minacciato che, se i loro velivoli dovessero essere attaccati, Mosca invierebbe nel paese proprie forze speciali per attaccare le postazioni dei ribelli e assicurare la zona attorno alle piste di atterraggio. Una possibilità considerata da molti analisti piuttosto remota per diversi motivi; in primis perché un intervento militare russo metterebbe Mosca in una posizione estremamente complicata nei confronti della comunità internazionale, della Lega Araba e della Turchia che non sarebbe disposta a tollerare una presenza militare russa oltre confine. Una situazione che legittimerebbe un immediato intervento della Nato.

Rischio pantano. L’esercito russo rischierebbe inoltre di ritrovarsi in un pantano da cui risulterebbe poi molto difficile uscire e, visti i precedenti in Afghanistan e Cecenia, Mosca farebbe bene a valutare attentamente la situazione prima di compiere passi falsi. Un intervento russo potrebbe inoltre non essere apprezzato nemmeno da numerosi membri e militari di quel “circolo” alawita ancora fedele a Bashir Assad, i quali potrebbero a quel punto passare con l’Opposizione, accelerando così la caduta del regime.

La posizione della Lega araba. Nel frattempo un segnale importante arriva dalla Lega Araba che la scorsa settimana ha concesso il seggio di Damasco all’Opposizione siriana, generando proteste da parte del governo siriano e di quello iraniano. Una decisione che la Lega non può certo aver preso di propria iniziativa senza essersi prima consultata e accordata con le potenze occidentali. Si sta dunque giungendo a una svolta nel conflitto siriano?

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