Il declino di Mario Monti
L’ANALISI – Mario Monti, da quando è sceso in campo – più che una salita, a conti fatti, la sua è sembrata una clamorosa discesa – ha sbagliato praticamente tutto. Ha sbagliato a non ritirarsi rimanendo esterno alla politica italiana. Ha sbagliato ad allearsi con Fini e Casini, che a loro volta hanno pagato cara l’amicizia con il Professore in termini di consensi e visibilità. Ha sbagliato nel voler eccedere, convinto che gli italiani lo avrebbero votato perché più credibile rispetto a un Silvio Berlusconi fin troppo sottovalutato (ma come dargli torto, qualsiasi leader politico, con un abisso di 15 punti percentuali, sarebbe stato dato per politicamente morto).
Se Monti non si fosse candidato. Se non fosse sceso in campo, secondo alcuni, avrebbe favorito la vittoria di Silvio Berlusconi. Forse sì ma probabilmente no. Perché ad aver pagato lo scotto dell’impegno politico del Professore è stato soprattutto Bersani, rimasto in ombra mentre il Cavaliere e Monti se le cantavano a suon di slogan e attacchi personali. Se il secondo non fosse “salito” in politica, di certo il leader del Pd avrebbe fatto ben altre mosse – quantomeno vi sarebbe stato costretto dalla contingenza del duello – né leader come Fini e Casini avrebbero fatto una così magra figura, soprattutto il secondo che da sempre ha potuto contare su un buon numero di voti “esclusivi”.
Non più candidabile. Monti, dunque, ha rotto le uova nel paniere un po’ a tutti. Alleati e nemici, compreso Napolitano. Che se il Professore non avesse tentato l’azzardo con la sua Scelta Civica, adesso l’avrebbe richiamato in plancia, per governare di nuovo il Paese. A meno di una “prorogatio” invocata dai Grillini – tanto possibile quanto improbabile – adesso il Professore non è più candidabile come “salvatore della patria”. Sia perché si è ormai compromesso scendendo nell’arena politica, sia perché la percentuale ottenuta dalla sua formazione – per tacer dei sondaggi (SWG) che ad oggi lo vedrebbero addirittura fuori dal Parlamento – è fin troppo esigua per giustificare un nuovo incarico.
Fuori dal totopremier. E mentre Bersani ha alzato il vessillo bianco, il Professore fa i conti con una serie di errori tattici che lo vedranno estromesso da eventuali ipotesi di governo tecnico, a meno che tutto resti congelato così com’è.
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Senza dimenticare il peggioramento, spesso drastico, dei dati sulla disoccupazione, sul PIL, sulla produzione industriale, sul rapporto deficit/PIL e debito/PIL, sui consumi delle famiglie…..
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Ancora oggi mi chiedo sul perché sia sceso in campo.
Nominato senatore a vita, quale motivazione l’ha spinto a salire in politica?
Poteva essere un candidato per “salire” al colle come Presidente
della Repubblica. La prestanza, l’educazione e la cultura sono nel suo stile. Perché
impelagarsi in beghe amministrative politiche? Un dubbio mi rode. Massoneria
internazionale che impone: tu fai questo a me ed io do a te, il tutto ad alti
livelli. -
GRILLO DAJEE!!
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@Francesco Ricco
Perchè tra il dire e il fare ci sta di mezzo il mare.
Perchè se le teorie ipotizzate non trovano riscontro nel reale si risolvono in emerite boitate.
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