La Siria e quel sospetto tremendo sulle armi chimiche - Diritto di critica
“Il regime di Assad ha a disposizione un’enorme quantità di armi chimiche”. L’allarmante dichiarazione è stata fatta da Abdel Halim Khaddam, ex vice-presidente siriano. Khaddam ha poi illustrato l’esistenza di un dipartimento dell’esercito regolare siriano che si occupa esclusivamente della “guerra chimica” e della produzione di armi, ma solo i pochi vicini alla cerchia di Assad sono a conoscenza dei depositi logistici, che potrebbero essere nelle zone montagnose del paese. Secondo l’ex vice-presidente, Bashir Assad non si farebbe scrupoli a utilizzare armi chimiche contro la popolazione, in quanto privo di senso di responsabilità nei confronti del proprio popolo. Ed è di ieri la notizia secondo cui l’Onu aprirà a breve un’indagine sull’utilizzo di armi chimiche in Siria.
Abdel Halim Khaddam è stato vice-presidente della Siria dal 1984 al 2005 e uno dei pochi musulmani sunniti a far parte di una leadership a maggioranza alawita; ecco forse svelato il riferimento alla “cerchia di Assad”. In seguito alla morte dell’ex presidente siriano Hafez al-Assad e allala successione del figlio Bashir nel 2000, la “vecchia guardia” del regime iniziò a perdere influenza anche a causa di un irrigidimento del controllo sul partito Baath siriano da parte del neo-presidente. Nel dicembre del 2005, dopo essere fuggito dalla Siria, Khaddam dichiarò che l’ex primo ministro libanese Rafik Hariri, ucciso nel febbraio dello stesso anno, ricevette numerose minacce di morte da Bashir Assad e nel gennaio 2006 si incontrò con alcuni investigatori dell’Onu che lavoravano al caso.
Khaddam, dal 2005 in esilio in Francia, venne successivamente processato in absentia da un tribunale militare siriano, privato dei diritti civili e condannato ai lavori forzati a vita. Nel frattempo alcune fonti hanno reso noto che all’interno del missile Scud B caduto su Aleppo martedì scorso erano presenti alcune sostanze chimiche tra cui il fosforo e l’Agente 15 o BZ. L’attacco ha provocato una trentina di morti e un centinaio di feriti. Non risulta ancora chiaro chi sia stato a lanciare il missile; ribelli ed esercito regolare si accusano reciprocamente. Quello che invece risulta certo, come racconta un fotografo della Reuters, è che in due differenti ospedali di Aleppo sono arrivate persone con grosse difficoltà respiratorie mentre altre sono state segnalate per le strade immediatamente dopo l’attacco; sintomi tipici di un attacco con Agente 15. La Casa Bianca ha dichiarato di non poter confermare la vicenda ma ha fatto sapere che gli Stati Uniti hanno pronti dei piani di intervento in caso di utilizzo di armi chimiche da parte del regime.
Non ci sono dunque conferme ufficiali sulla presenza di armi chimiche all’interno dello Scud e non è chiaro chi lo avrebbe eventualmente lanciato e per quale motivo. Una parte dei ribelli nel tentativo di far intervenire gli Stati Uniti? Il regime perché messo all’angolo o per testare la reazione internazionale?