Grasso e Boldrini si tagliano gli stipendi. Ma per Grillo non basta
Il rischio è ora quello di farsi superare. Grillo teme che il centro-sinistra possa farsi portavoce delle istanze dell’elettorato 5 stelle, mettendo nell’ombra il MoVimento. L’elezione di Piero Grasso e Laura Boldrini va proprio in quella direzione. E proprio attraverso loro sta passando un messaggio di rinnovamento.
“Ci tagliamo lo stipendio”. Ieri i due neo-presidenti di Camera e Senato hanno annunciato di volersi decurtare lo stipendio del 30% e di voler incrementare i giorni di lavoro da tre a cinque ogni settimana. Inoltre, chiedono ai propri colleghi e agli stessi dipendenti, di ridursi lo stipendio. Ma c’è di più. Laura Boldrini giunge al Quirinale a piedi, circondata da soli tre uomini della scorta. Niente auto blu, via i fasti della casta. Così Grillo ora ha paura. Teme che in Parlamento alla fine non ci sarà lo scontro che si aspettava, bensì mani che si tendono in direzione dei 5 stelle. E quindi vuole serrare le fila, rilanciando ieri sera sul suo blog: “Non basta, dimezzatevi lo stipendio”.
Il passo falso al Senato. Di passi falsi negli ultimi giorni ne sono stati fatti molti da parte dei 5 stelle. In primo luogo la compattezza parlamentare è stata messa a dura prova quando alcuni hanno votato Grasso alla Presidenza del Senato. Un voto “secondo coscienza” che, per Grillo, non poteva essere lasciato passare come errore di gioventù. Così, prima arriva la scomunica, poi la scomunica si trasforma in scappellotto quando la base si divide sulla scelta di votare o meno l’ex magistrato anti-mafia.
La grillina ignorante e il 5 stelle al ristorante. Poi ci si sono messe anche le Iene a creare scompiglio. La deputata grillina interpellata non sapeva cosa fosse la Bce e chi fosse Mario Draghi. Bocciata. La stessa che si è rifiutata di stringere la mano a Rosy Bindi, nemmeno avesse la peste. E dopo le Iene è arrivato anche il settimanale “Chi” che pubblica una foto di un parlamentare a 5 stelle seduto a mangiare nella buvette della Camera. Per non parlare poi della nomina dei due consulenti della comunicazione chiusi in silenzio stampa. E dicono che si tratti di “macchina del fango”…
Tensione tra i parlamentari a 5 stelle. Insomma, il MoVimento sta sbandando e Grillo lo sa. Il rischio è che le fratture che esistono tra deputati e senatori a 5 stelle (sembra che i deputati siano decisamente su posizioni più oltranziste rispetto ai senatori) e tra gli stessi senatori possano portare ad una scissione in Aula e ad un voto di fiducia ad un governo Pd, pur senza Bersani. Non dovrebbe d’altronde stupire se i parlamentari a 5 stelle agissero anche nell’immediato futuro secondo coscienza, visto che la piattaforma liquid feedback per la “democrazia diretta” – che avrebbe permesso ai militanti di dettare la linea dei parlamentari – non è mai partita. Il comico genovese, quindi, punta a serrare le fila rilanciando sui tagli, da una parte, e minacciando i suoi, dall’altra.
I problemi del Paese sono altri. E mentre Grillo punta a bloccare il Senato per la fiducia ad un qualsiasi governo (la proposta di un governo M5S è solo una provocazione che non sta in piedi in quanto il MoVimento non ha una maggioranza, nemmeno relativa, in nessuna delle due Camere), c’è un paese che attende di essere governato e soprattutto traghettato fuori dalla crisi. Mentre Grillo contesta la Boldrini e Grasso, c’è un paese che ha un problema ben più grande rispetto ai costi della politica: la necessità di far ripartire l’economia.
-
Segnalazione: il nome della piattaforma è “liquid feedback”. Vi linkerei una fonte per conferma ulteriore…Ma non posso farlo -.-‘
-
Correggiamo subito
-
Comments