Cipro sull'orlo del baratro, oggi il parlamento decide sulla supertassa sui depositi
Dopo la Grecia viene Cipro. L’isola mediterranea è la nuova vittima della crisi del debito. Sull’orlo del fallimento, aspetta aiuti dalla Ue. Un film già visto anche se questa volta cade l’ennesimo tabù: il governo cipriota è disposto ad un prelievo forzoso sui depositi bancari in cambio dell’aiuto dall’Europa pari a 10 miliardi. Una supertassa che colpirà indistintamente i piccoli come i grandi risparmiatori.
Una stangata sui depositi. Secondo le indiscrezioni uscite dal governo cipriota, si tratterebbe di un prelievo forzoso pari al 6,7% sui conti fino a 100 mila euro e del 9,9% per quelli superiori. Una vera e propria stangata che servirà a dare respiro alle sgangherate finanze cipriote ma che potrebbe affondare duramente la già precaria economia dell’isola. Tuttavia, è probabile che si tenterà di proteggere i piccoli risparmiatori visto che la stessa Ue preferirebbe una flessibilità maggiore pur mantenendo i saldi invariati, creando una fascia esente per i conti con meno di 25 mila euro e una maggiore progressività (auspicata dalla Bce). Ma spetterà a Nicosia decidere. E questo potrebbe provocare serie ripercussioni a livello politico.
Banche chiuse per evitare assalti, ma qualcuno sapeva. Per evitare fughe di capitali in massa o assalti alle banche, il governo cipriota ha disposto – domenica scorsa – la chiusura delle banche per due giorni. Tuttavia, il ritardo nella decisione ha portato ad una proroga della chiusura degli istituti di credito (rimarranno fermi probabilmente fino a giovedì). Ma se l’annuncio del prelievo forzoso è stato dato solo il weekend scorso, nella settimana precedente sono “fuggiti” ben 4,5 miliardi di euro. Ed ora serpeggia il sospetto che qualcuno già sapesse e che molti di quei soldi volati all’estero siano in parte di alcuni uomini del governo.
La difficoltà politica. In questa situazione intricata e in questo clima di sospetto, il governo di Nicosia deve trovare la maggioranza parlamentare per dare il via a questa decisione particolarmente impopolare. Una maggioranza tutt’altro che scontata.
Monta il sentimento anti-tedesco. Intanto sull’isola, alimentato dal clima di sospetto, monta un sentimento anti-tedesco. Proteste ci sono state davanti all’ambasciata tedesca a Nicosia dove è stata rimossa la bandiera della Germania ed è stata fatta a brandelli dai manifestanti. È per questo che in stavolta l’esecutivo guidato dalla Merkel tiene un profilo basso. Lo stesso ministro tedesco Schaeuble ci tiene a precisare che “l’idea del prelievo forzoso non è nostra”.
Il “fronte russo”. Ma la crisi di Cipro sta aprendo un nuovo fronte geopolitico nel mediterraneo. Se il sentimento anti-europeo e anti-tedesco monta rapidamente sull’isola proprio a causa delle imposizioni della Bce in cambio di aiuti, non dispiace ai ciprioti la proposta di salvataggio russa. Infatti, anche se non ci sono dichiarazioni ufficiali, pare che Gazprom abbia offerto a Nicosia aiuti in cambio di licenze estrattive nelle sue acque territoriali. Per il momento il governo cipriota avrebbe declinato l’offerta ma non è detto che, di fronte a difficoltà politiche insuperabili per l’approvazione parlamentare dei prelievi forzosi, Cipro non possa guardare a questa soluzione. D’altronde già oggi l’isola mediterranea è considerata da Mosca un protettorato finanziario. Sarebbe, infatti, russa la gran parte dei fondi nelle banche cipriote. E questo ha sollevato serie proteste da parte di Mosca con la dichiarazione di Medvedev che ha apertamente parlato di “confisca”.
Il precedente italiano. Il prelievo forzoso sui depositi bancari ha in realtà un precedente, ancor prima della nascita dell’Euro. Correva l’anno 1992 e il governo Amato, per far fronte alla crisi nera dell’Italia, impose una tassa sui depositi del tutto simile a quella cipriota. Con l’unica differenza che in quell’occasione il prelievo fu limitato al 6 per mille, mentre quello che verrà imposto ai cittadini ciprioti è 10 volte superiore.