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Diritto di critica | November 21, 2024

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Contributi all’editoria, il 90% dei quotidiani italiani non li riceve

contributi editoriaI contribuiti all’editoria sono una cosa su cui tanti discettano, ma che pochi conoscono”. La Fieg spiega in una nota che sono solamente tre tipologie di giornali a ricevere finanziamenti diretti: “I giornali organi di partiti politici, quelli delle cooperative di giornalisti e quelli delle minoranze linguistiche. Il loro elenco è sul sito del Governo, nelle pagine del Dipartimento per l’editoria”. La gran parte dei quotidiani, che rappresentano il 90% del totale delle copie diffuse in Italia, non riceve contributi diretti. Quelli indiretti, sotto forma di agevolazioni postali per la spedizione degli abbonamenti sono, invece, cessati dal marzo del 2010. Nel sito internet del Governo, e nello specifico nella sezione del Dipartimento per l’editoria, è presente il riferimento normativo: il Decreto Legge 18 maggio 2012, n.63, convertito in legge e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 20 luglio del 2012.

“A decorrere dai contributi relativi all’anno 2013 – si legge nel sito – le imprese editrici, con esclusione di quelle editrici di quotidiani italiani editi e diffusi all’estero, possono richiedere i relativi contributi a condizione che la testata edita sia venduta, per le testate nazionali, nella misura di almeno il 25% delle copie distribuite e, per le testate locali, nella misura di almeno il 35% delle copie distribuite”. Secondo il provvedimento si considera “testata nazionale” quella distribuita in almeno tre regioni e con una percentuale di distribuzione in ciascuna regione non inferiore al 5% della propria distribuzione totale. Per accedere ai contributi è necessario che le cooperative editrici siano composte, esclusivamente, da giornalisti, poligrafici, grafici editoriali, con prevalenza di giornalisti e abbiano la maggioranza dei soci dipendente dalla cooperativa con contratto di lavoro a tempo indeterminato. E’ necessario, inoltre, che le imprese editrici, se editrici di quotidiani, abbiano impiegato, nell’intero anno di riferimento del contributo, almeno 5 dipendenti, con prevalenza giornalisti, regolarmente assunti con contratto di lavoro a tempo indeterminato; se editori di periodici, con almeno 3 dipendenti.

Per ciò che riguarda la tiratura, invece, i dati relativi alla distribuzione e alla vendita devono essere attestati da dichiarazioni sostitutive di atto notorio, rese dal legale rappresentante dell’impresa, e siano comprovati da apposita certificazione analitica rilasciata da una società di revisione iscritta nell’ albo tenuto dalla CONSOB. Per dare solamente l’idea di quanti fondi siano stati destinati alle imprese editoriali, sul sito del Governo sono disponibili i dati dell’esercizio finanziario 2012: oltre 114 milioni di euro, di cui circa 111.300mila euro per imprese di quotidiani e periodici; circa 2 milioni di euro per la stampa periodica all’estero; 1 milione per i giornali di minoranza slovena e più di 500mila euro per i periodici delle associazioni di consumatori.

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