E' tornata la nipote di Mubarak - Diritto di critica
IL GRAFFIO – Non c’è moralità che tenga. Non c’è corruzione che stupisca. Non c’è bunga bunga capace di indignare gli indignati (ormai, in questo Paese sono solo una manica di sfigati), troppi ancora giustificano, accettano, tollerano, invidiano e soprattutto dimenticano.
Non dico Grillo – che ha raccolto il frutto di una politica incapace e di un populismo smerciato senza quasi commettere alcun passo falso (nemmeno l’ombra di un confronto) – a sorprendere è come Silvio Berlusconi sia potuto tornare a condizionare così pesantemente la politica italiana. Monti è quasi sparito, gli ex avversari di sempre (Fini e Casini), ridotti a poca cosa, del tutto ininfluenti: lui, il Cavaliere, è sempre lì. E resta in sella con i voti degli italiani, di quelli che alle obiezioni sulla vita privata di Berlusconi rispondevano (e rispondono): “per un po’di patatina tutto questo casino”. O come urlava quella fan sfegatata qualche giorno fa alla convention Pdl: “per una scopata di merda l’hanno giudicato!”. E anche ammettendo che la vita privata del Cavaliere debba restare fuori dalle cronache – quello che combina dietro le mura di casa sono fatti suoi – come possono gli italiani aver dimenticato le tasse mai abbassate, la corruzione emersa nelle tante inchieste sul G8, sul terremoto dell’Aquila, e i processi a carico dell’ex premier? Tutte vicende comunque riconducibili al Cavaliere o a persone a lui vicine e da lui nominate. Ma in Italia tutto passa.
Siamo il Paese del cortiletto: se nel mio giardinetto tutto è fiorito, chi mi rappresenta può anche andare con le minorenni, l’importante è che il singolo cittadino stia bene. E Berlusconi questo l’ha capito benissimo, tanto che la promesaa dell’Imu è nata sull’onda di questa consapevolezza, con una lettera pensata e studiata ad arte: la materializzazione dell’impegno personale davanti all’elettore che brama promesse concrete e non aria fritta.
Gli italiani rimuovono, dimenticano. Perché in fondo non gli importa gran che dei processi, delle minorenni (con procedimenti dall’esito molto dubbio, nonostante gli sforzi nell’indagine), come non gli importa della mancata promessa sulla ricostruzione all’Aquila (e il voto locale nel capoluogo, per converso, dovrebbe far riflettere il Pd). Gli italiani sono lontani da loro stessi e dal loro vicino. Il concetto di prossimo e prossimità giacciono impolverati in una qualche cantina della cittadinanza, per non parlare dell’ideale di bene comune.
Agli italiani Berlusconi piace. E confessatelo, un po’ vi mancava. È tornata la nipote di Mubarak.
Twitter@emilioftorsello
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“Eppure noi oggi, dopo che abbiamo esaltato la “demagificazione” del mondo operata dalla modernità (come ci ha insegnato Max Weber), in politica siamo tornati a credere nelle formule magiche affidate alle parole e capaci di modificare la realtà e ci diamo da fare per escogitarne sempre di nuove” (cit. P. Pombeni).
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Chi ha scritto questo articolo non ha capito che le critiche mosse contro Berlusconi relativamente al “caso Ruby” e al caso “olgettine” non hanno a che vedere con la sua vita privata, ma hanno a che vedere con:
1) la legge (reati commessi relativamente alla prostituzione minorile),
2) la sicurezza pubblica (gente equivoca di ogni specie, tipo puttane e faccendieri, che entra senza alcun controllo nella residenza del Presidente del Consiglio),
3) indipendenza (un Presidente che ha molto da nascondere è ricattabile),
4) meritocrazia (a chi dà piacere al Presidente vengono dati incarichi di rilevanza pubblica in barba al curriculum).
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