Donne e dipendenti pubblici presi di mira dai talebani, lo rivela un rapporto dell'Onu - Diritto di critica
Nella relazione annuale sulla Protezione dei Civili nei conflitti armati, stilata dall’Onu, spiccano dati contrastanti per quanto riguarda il numero di civili coinvolti nella guerra in Afghanistan. Se nel 2012 il numero dei civili uccisi o feriti è stato complessivamente di 7.559, in calo del 12% rispetto al 2011, lo stesso non si può dire della percentuale delle categorie di persone colpite. In particolare donne, ragazze e impiegati governativi sono stati colpiti attraverso bombe o ordigni esplosivi improvvisati (IED), responsabili per l’81% della morte dei civili, un aumento stimato del 9% rispetto al 2011.
“La diminuzione delle vittime civili – ha dichiarato Jan Kubis, inviato delle Nazioni Unite in Afghanistan – è un dato favorevole. Tuttavia, il costo umano del conflitto resta inaccettabile”. Il calo complessivo è stato attribuito in parte dall’arrivo di uno dei peggiori inverni della storia. Meno attentati suicidi e una diminuzione degli attacchi aerei sono stati determinanti nell’attenuare il numero delle vittime rispetto all’anno precedente. Solo nel 2012, gli attacchi aerei in Afghanistan hanno determinato la morte di 51 bambini, secondo il rapporto stilato dall’Onu. C’è stato un aumento allarmante del 20% nel numero di donne e ragazze uccise nel conflitto lo scorso anno. La gran parte delle quali morte mentre si prendeva cura della propria abitazione o lavorava nei campi. Omicidi mirati, da parte degli insorti, anche dei dipendenti pubblici, con un conseguente aumento del 700% nel numero di vittime civili attribuite a questo tipo di violenza nel 2012. Il rapporto, in particolare, cita l’esempio di due attacchi nel nord dell’Afghanistan che hanno colpito i funzionari del governo causando anche la morte di decine di passanti.
Al contrario, il numero dei civili afghani rimasti uccisi dalle forze di sicurezza guidate dalla Nato è sceso a circa il 40%. Un dato significativo dopo le polemiche seguenti a un raid aereo nel sud-est della provincia di Kunar, la settimana scorsa, che portò alla morte di dieci civili. Un incidente che ha portato il presidente Karzai a introdurre un nuovo decreto che vieta all’esercito afghano di chiedere supporto aereo alla Nato per le operazioni militari. Le operazioni aeree dell’Alleanza Atlantica hanno determinato la morte del 42% in meno dei civili rispetto al 2011. Nel complesso, però, sono state 126 le persone morte, di cui 51 bambini, nel 2012.
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