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Diritto di critica | December 22, 2024

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Corruzione e tangenti, il business da 60 miliardi che allontana gli investimenti esteri - Diritto di critica

In tempo di crisi cmazzette’è un settore in Italia che sembra resistere, anzi è segnalato in ascesa: quello delle tangenti. Il Servizio anti-corruzione e trasparenza del ministro della Funzione Pubblica ha calcolato che il giro d’affari è di circa 60 miliardi l’anno. Una cifra spropositata, che ha fatto piombare Roma dal 69esimo posto (su 179 Paesi), nella classifica di Transparency International sulla percezione del malaffare nella pubblica amministrazione, al 72esimo posto. Dietro paesi del Terzo mondo come Ruanda, Lesotho e Cuba.

Le mazzette incidono sulla costruzione delle opere pubbliche, un sovrapprezzo da mettere in conto a carico delle imprese e, quindi, dello Stato. Soldi per “deviare” l’assegnazione degli appalti pubblici. I giudici contabili hanno calcolato che la pratica delle tangenti genera un sovrapprezzo medio del 40% sulle opere pubbliche. Sui circa 225 miliardi di euro di spesa, previsti dal recente governo Monti nel piano di infrastrutture strategiche 2013-2015, si devono mettere in conto altri 90 miliardi. Un tale sistema fornisce una percezione di inaffidabilità del nostro paese all’estero. Ogni punto perso nella classifica di Transparency International si traduce, secondo l’agenzia non governativa, in un calo del 16% degli investimenti esteri nel paese interessato.

Giorni fa le frasi di Berlusconi, sulla pratica delle tangenti, fecero discutere. L’ex premier, parlando ad Agorà, disse che “la tangente è un fenomeno che esiste e non si possono negare le situazioni di necessità se si va a trattare nei Paesi del terzo mondo o con qualche regime”. L’affermazione suonò come un velato appoggio all’amministratore delegato dell’Eni Paolo Scaroni, indagato per corruzione internazionale in un affare milionario in Algeria. Lo stesso Scaroni è stato costretto a prenderne pubblicamente le distanze: “E’ perfettamente possibile fare impresa ovunque nel mondo senza pagare tangenti. E se non lo fosse, non lo faremmo dove non lo fosse”. In Italia, i flussi di capitali esteri, in termini di investimenti, sono drammaticamente crollati. Basti pensare a Roma, che negli ultimi due anni ha subito un tracollo del 53% contro il -7% del resto dell’Unione Europea. E la sfiducia degli investitori esteri rischia anche di trasformarsi in un elemento negativo per tutto l’Italia, costretta a collocare ogni anno 400 miliardi di titoli di stati sui mercati.

Comments

  1. Tengo a precisare che di questo articolo non me ne frega niente , scrivo ora qui perchè è l’unico modo che ho dopo 6 mesi di rispondere a un certo Paolo vostro moderatore riguardo a un discorso sull’euro e la bce. Bene,detto questo, quando questo Paolo mi proverà che la BCE NON E’ una banca PRIVATA che svolge affari x PRIVATI e fa gli INTERESSI di PRIVATI e noi non abbiamo NESSUN potere decisionale sulla “nostra”moneta tantomeno i “nostri “politici, allora sarò d’accordo con lei, fino ad allora resterò convinto che siamo solo degli SCHIAVI del sistema monetario moderno,perchè è questa la miglior parola per definire lo stato sociale di chi è obbligato a comprare denaro da persone che DA SOLI si sono date la licenza di stamparlo e venderlo. Saluti.