La settimana di Dio - Diritto di critica
A Roma Papa Benedetto XVI si dimette dal seggio di Pietro. In Egitto eleggono il nuovo Gran Muftì, in India oltre 100 milioni di induisti vanno a lavare i peccati nel Gange. Mai tanti eventi religiosi – e potenti – si sono intrecciati in così poco tempo. Le conseguenze dilagano.
Solo quattro papi hanno rinunciato a finire la propria vita sul seggio di Pietro, tre di loro nell’alto medioevo e l’ultimo nel 1415. Nessuno li ricorda, ad eccezione del famoso Celestino V del “gran rifiuto” (questione di pubblicità: se Dante non gli avesse fatto lo spot in Divina Commedia, non ricorderemmo nemmeno lui). Eppure è un evento importante. L’uscita di scena “programmata” di Papa Ratzinger (che non sembra affatto il fulmine a ciel sereno di cui parla Cardinal Sodano) è una svolta.
Un cambio di registro. Il successore di Wojtila ha utilizzato questi otto anni di mandato per “ripulire” la Chiesa dalle macchie dei preti pedofili, battendosi per la trasparenza, la collaborazione con la giustizia e l’ammissione di colpa dei responsabili. Macchie, va detto, ereditate da Wojtila (che le nascose). Ratzinger ha lottato per tenere unita la Chiesa, riavvicinandosi ai lefevriani – con scarsi risultati, ma tant’è. E soprattutto ha combattuto per l’integrità “naturale” della società e della fede, ergendosi a baluardo contro il “relativismo spirituale” (d’accordo o meno, va detto che è coerente con la “mission” papale). Ha chiuso il 2012 lanciando il Pontefice (come ruolo) nel futuro, con Twitter (il primo tweet papale della storia, datato 12/12/2012, meglio dei maya). Ora vuol riposarsi, dice: ma più probabilmente, ora serve una nuova figura – più energica e popolare – per traghettare San Pietro oltre il repulisti d’inizio secolo.
Anche in Egitto i religiosi fremono. Il collegio degli Ulema di Al Azhar – una specie di conclave di studiosi del diritto islamico – ha eletto il nuovo Gran Muftì d’Egitto, figura chiave perché emette pareri religiosi (le famose fatwah) di grande rilievo sulla vita sociale e politica del Paese. E’ la prima “elezione libera” – dopo quarant’anni di muftì scelti da Mubarak. Effetto della Primavera araba, che potrà avere mille conseguenze: Shawki Ibrahim Allam, questo il nome del nuovo Gran Muftì, potrebbe essere un difensore di Piazza Tahrir contro l’arroganza del governo oppure un oltranzista, fautore della linea dura all’interno dei Fratelli Musulmani. Vedremo.
Non solo grandi nomi ma anche grandi eventi, nella Settimana di Dio. In India ricorre il Kumbh Mela, il pellegrinaggio rituale degli indù verso le acque sacre del Gange. Ogni 12 anni una folla interminabile si raccoglie a Allahabad – nel 2001 furono 60 milioni, quest’anno se ne attendono 100. La purificazione del fiume dai peccati ha però già riscosso un prezzo di sangue: alla stazione di Allahabad una passerella ha ceduto sotto il peso dei devoti, uccidendo 36 persone e ferendone decine. Una migrazione di massa che ci ricorda la differenza tra l’Occidente – moderno, freddo e “stabile” e l’Oriente – dove ancora la religione fa muovere le folle.
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