Centro-sinistra ancora in vantaggio, ma la distanza è di soli 5 punti
Due settimane al voto. E ora il recupero di Berlusconi inizia a preoccupare il Pd. Il distacco tra la coalizione di centro-sinistra e quella di centro-destra si è oramai ridotto a circa cinque punti percentuali. Certamente è colpa di Monte Paschi che ha fatto perdere al Pd tra l’1 e il 2%. Ma non devono essere sottovalutate le “proposte shock” di Silvio Berlusconi e i gravi errori di comunicazione di Bersani, oltre una bizzarra guerriglia nel campo del centro-sinistra sul dopo-voto. Calano ancora gli indecisi che proprio nelle ultime settimane sembrano guardare con favore a Beppe Grillo, in decisa crescita negli ultimi 14 giorni.
Il centro-sinistra in difficoltà. La coalizione di centro-sinistra, Italia Bene Comune, sta subendo un lento ma inesorabile logoramento su tutti i fronti (si attesta al 33,8%, secondo Swg). A sinistra, la discesa di Ingroia ha di fatto strappato a Nichi Vendola una buona fetta di elettorato. Il governatore della Puglia con il suo partito Sel a dicembre avevano sfiorato il 6%. Oggi si ritrova con uno stretto 3,6%. Il magistrato palermitano e la sua squadra possono sfruttare il malcontento dell’elettorato di sinistra che vede in maniera negativa qualsiasi apertura verso il centro della coalizione Italia Bene Comune. Un errore di Bersani che si sta ripercuotendo sulla stabilità e sulla tenuta elettorale della stessa coalizione perché Vendola oggi deve alzare la voce per sottolineare la sua differenza netta da professore della Bocconi per non rischiare di essere divorato da sinistra.
Rivoluzione Civile teme la soglia di sbarramento. A sinistra, tuttavia, nonostante gli errori di Bersani, Rivoluzione Civile – che raccoglie tutte le vecchie glorie del post-comunismo italico, da Rifondazione comunista fino ad arrivare a Di Pietro – si è oramai attestata tra il 4 e il 5%. Nell’ultima settimana, in realtà, ha fatto registrare un lieve calo, forse anche dovuto ai recenti appelli di Bersani per un “voto utile” contro Berlusconi. In effetti, attualmente Ingroia non avrà possibilità di entrare al Senato (dove bisogna raggiungere la soglia di sbarramento dell’8%), mentre rischia di mancare anche la soglia di sbarramento alla Camera (al 4%). Infatti, Rivoluzione Civile attualmente, secondo le ultime rilevazioni di Swg per Agorà (Rai 3), si attesta al 4,1%.
Ma Ingroia rischia di favorire Berlusconi. Se Oscar Giannino rappresenta una spina nel fianco di Silvio Berlusconi in Lombardia, Ingroia lo è per il centro-sinistra. Infatti, proprio nella regione del nord si giocherà la vera e unica partita. Se il centro-sinistra vincerà in Lombardia avrà grosse possibilità di riuscire ad ottenere una maggioranza al Senato. Altrimenti si dovrà aprire necessariamente a Mario Monti per avere una maggioranza a Palazzo Madama, una maggioranza che risulterà comunque risicata. Attualmente, secondo le più recenti rilevazioni il centro-destra e il centro-sinistra sono esattamente appaiati. Quindi la vittoria sarà determinata da qualche migliaio di voti. Basterebbero a garantire la vittoria del centro-sinistra (e quindi una definitiva sconfitta del Cavaliere) proprio i voti che raccoglierebbe Ingroia, il quale non riuscirà a superare l’alta soglia di sbarramento e quindi non avrà chance di portare senatori a Palazzo Madama.
Il centro soffre la polarizzazione. Al centro, l’appiattimento di Monti verso Bersani, i silenzi di Pierferdinando Casini, la totale sparizione di Gianfranco Fini e soprattutto il radicalizzarsi dello scontro tra berlusconiani e anti-berlusconiani stanno mettendo in crisi la coalizione guidata dal Professore, oggi – secondo i sondaggi – in quarta posizione dopo lo straordinario recupero di Beppe Grillo degli ultimi giorni.
Grillo conquista gli indecisi. Il comico genovese, dal canto suo, sta segnando un veloce recupero che potrebbe riportarlo ai livelli di consenso di settembre-ottobre 2012. Ad avvantaggiarlo è stata in parte la vicenda Monte Paschi. Ma è anche vero che lui più di altri sembra riuscire a convincere gli indecisi dell’ultima ora che stanno effettivamente – con l’avvicinarsi del voto – lentamente diminuendo. Oggi il MoVimento si attesta al 18,8% e insegue a vista il Pdl.
Centro-destra a piccoli passi. Nel centro-destra continua l’ascesa del Cavaliere, anche se il trend di crescita sta diminuendo (27,8%). Oggi il Pdl si attesta, secondo Swg, al 19,5%. Cresce anche la Lega che raggiunge il 5,2%. Perdono però i più piccoli: Fratelli d’Italia (lista guidata da Giorgia Meloni) si attesta all’1%, mentre la Destra di Francesco Storace si ferma all’1,1%. Una lotta intestina per aggiudicarsi alla Camera il posto di miglior perdente tra le liste che non raggiungono lo sbarramento del 2% in coalizione. A destra, ma fuori dalla coalizione, in crescita, c’è anche Oscar Giannino che Swg dà oggi all’1,7%, senza possibilità di avere eletti in Parlamento.
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