Non supererà la soglia di sbarramento. Né alla Camera, né tanto meno al Senato. Ma la battaglia di Oscar Giannino, giornalista economico di stampo decisamente liberista e dall’eccentrico abbigliamento, potrebbe mettere i bastoni tra le ruote a Silvio Berlusconi. Il problema potrebbe sorgere proprio nella regione-chiave che decreterà o meno le sorti della coalizione di centro-sinistra. Qui Giannino potrebbe raccogliere anche il 4%, togliendo voti fondamentali al Pdl, per sperare in un pareggio al Senato.
La telefonata del Cav. “La Ghisleri mi ha detto che in Lombardia sei al 4%”. Così il Cavaliere ha esordito in un colloquio avuto poco prima dell’inizio della trasmissione di Rai 3 “Ballarò” con il giornalista. “Così mi fai perdere. Devi disimpegnarti, cosa posso fare per convincerti?”. Ma Oscar non ha ceduto: “Presidente, non posso. Non c’è niente che possa convincermi. Se mi fermassi, perderei di certo la faccia”. Parole che proprio non sono andate giù al Cavaliere che ha replicato duramente: “Complimenti, direttore. Così fa vincere Bersani”.
Lo zampino di Emma. Giannino non si è scomposto. D’altronde gioca la sua battaglia proprio contro il Pdl, nel suo stesso campo. Una linea intransigente concordata, a quanto sembra, con Emma Marcegaglia, ex presidente di Confindustria e sostenitrice del movimento “Fare – Fermare il declino”, fondato proprio dal giornalista. Tra i due c’è un legame di amicizia ma anche e soprattutto di interessi. Dietro la Marcegaglia, infatti, ci sarebbe una piccola flotta di influenti industriali che puntano a cercare un’alternativa nel campo dei moderati ma che non si riconoscono appieno nella linea Monti. La Marcegaglia, tra le altre cose, sarà l’ospite d’onore alla convention di “Fare”.
In Lombardia Giannino ago della bilancia. Proprio nella regione-chiave, l’Ohio d’Italia – come gli analisti politici l’hanno ribattezzata –, Giannino sembra ottenere il maggior consenso rispetto alle altre regioni. Inoltre, si tratta di un consenso crescente che potrebbe far attestare la lista del giornalista finanche al 5%. Per questo Berlusconi ha intensificato negli ultimi giorni – e soprattutto in Lombardia – gli appelli al voto utile. Perché se Maroni forse riuscirà a salvare l’amministrazione uscente della Regione, al Senato il centro-sinistra potrebbe aggiudicarsi il premio di maggioranza, anche se la sfida rimane sul filo del rasoio.
Con Monti, ma dopo le elezioni. Giannino molto probabilmente non siederà in Parlamento nonostante la grossa spinta mediatica che sta avendo. Avrebbe potuto avere qualche chance se alleato con Monti ma la freddezza di Italia Futura e il no secco di Fli lo hanno posto in un limbo senza uscita. Fli, in particolar modo, temeva che la presenza della lista Fare alla Camera avrebbe potuto mettere a rischio il “recupero” della lista di Gianfranco Fini che molto probabilmente finirà sotto quota 2% e può aspirare al recupero (la legge elettorale prevede il recupero della migliore lista che non ha superato la soglia di sbarramento all’interno della coalizione). Il timore di una competizione tra “nani” ha fatto in modo che Giannino venisse messo all’angolo. Dopo le elezioni, ovviamente, ci sarà posto anche per lui nel grande centro.
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