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Diritto di critica | December 22, 2024

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Quel maledetto populismo che sta distruggendo l'Italia

Silvio BerlusconiL’ennesimo colpo di teatro. L’ennesimo annuncio shock – e forse nemmeno l’ultimo – di questa campagna elettorale che rischia di diventare uguale alle altre. “Restituiremo l’Imu sulla prima casa”. Così Berlusconi gioca la sua ultima carta per accaparrarsi nuovi (o vecchi voti). Toccando il tasto più sensibile degli italiani: quella tassa sull’abitazione che in molti hanno dovuto pagare rinunciando anche ai regali di Natale. Non poteva essere altrimenti per l’uomo che, dopo Mussolini, più di tutti è riuscito a solleticare la pancia degli italiani, toccando il bottone dell’individualismo italico.

Le promesse mancate. Le proprie tasche. Su questo il Cavaliere ha sempre impostato le sue campagne elettorali. Lo Stato malvagio – una specie di Dracula succhia-sangue – va cambiato. Come? Rivotando Silvio Berlusconi, l’uomo nuovo che è al potere dal 1994, cioè da quasi 19 anni. Lo stesso Cavaliere che – seppur Unto dal Signore – non è mai riuscito a cambiare questo Paese: dalla rivoluzione liberale alla riduzione delle tasse, dalla sburocratizzazione ad un’economia più competitiva. Nulla di tutto questo dal 1994 ad oggi c’è mai stato. Anzi, questo Paese ha perduto competitività sui mercati internazionali e la disuguaglianza sociale è aumentata in maniera preoccupante, al di là della crisi. Quindi, con quale credibilità oggi Berlusconi parla di cambiamento, proprio lui che ha spiegato che non ha potuto governare “perché il presidente del Consiglio non ha poteri”?

Una proposta populista. La sua tanto attesa “proposta shock” si è rivelata la solita promessa elettorale che probabilmente riuscirà a realizzare ma che nei fatti non modificherà la situazione attuale in cui versa l’Italia. Non è certo per colpa dell’Imu se esiste una disoccupazione giovanile enorme e un precariato, nato dal dualismo del mercato del lavoro, che non permette alle giovani generazioni di riuscire a progettare il proprio futuro. Non è colpa dell’Imu di Monti (che nei fatti era stata istituita proprio da Berlusconi) se l’Italia soffre di una endemica bassa produttività. Così, la promessa del Cavaliere, che ricorda quella fatta sempre da lui medesimo nel 2006 sull’Ici, non avrà in pratica alcun effetto sull’economia reale nel lungo periodo. Ed è proprio su questo lungo periodo che la politica deve intervenire per permettere a questo Paese di risollevarsi.

Italiani miopi. Ma si sa, il populismo, diversamente dalle bugie, ha le gambe lunghe, anzi lunghissime. Perché si insinua nella società alla velocità della luce, sfruttando gli istinti più beceri del vivere civile. Così, gli italiani, nella maggioranza dei casi male informati da una tv che svolge un servizio che di “pubblico” ha ben poco, guardano nelle loro tasche e nella loro breve memoria. Sanno di aver dovuto pagare centinaia di euro prima di Natale, con tanti sacrifici. E, ora che qualcuno promette loro di riavere quei soldi indietro non possono che esserne contenti. Salvo poi lamentarsi se il figlio o il nipote non trova lavoro.

La paura della “grande rimonta”. Con questa “proposta shock”, Berlusconi riporta questa campagna elettorale sul suo terreno preferito, costringendo gli altri in qualche modo a seguirlo. Riforme strutturali e maggiore produttività del lavoro? Possono aspettare. Ora bisogna prendere le giuste contromisure alle parole irresponsabili del Cavaliere. Perché il timore che si avveri la “grande rimonta” del 2006 è ogni giorno sempre più forte.

La paura di prendere decisioni. Ed è proprio questo populismo di riflesso che rischia di far impantanare il centro-sinistra se mai dovesse vincere le elezioni. Perché un Cavaliere sconfitto ma redivivo sarà una pericolosissima spina nel fianco di fronte a scelte impopolari che qualsiasi governo che verrà dopo il 25 febbraio dovrà prendere per il bene del Paese. Il rischio, al contrario, sarà quello di ritrovarsi in un assurdo deja vu nel quale gli sforzi fatti dagli italiani saranno vanificati da governanti miopi nel giro di 10 anni, facendo ripiombare questo Paese nell’ennesima crisi finanziaria (1993, 2011, 2020?) che sancirà, questa volta, il definitivo declino dell’Italia, saccheggiata dall’individualismo nel quale siamo stati forgiati in 20 anni di becero populismo.

Twitter: @PaoloRibichini

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