L'ora della vendetta, gli esclusi del Pdl affilano le armi
Nel Pdl è l’ora della vendetta. Marcello Dell’Utri, Nicola Cosentino, Alfonso Papa e Claudio Scajola adesso dicono la loro. Dichiarazioni al vetriolo, minacce, prese di distanza. Ma nessuno realmente si scaglia contro Silvio Berlusconi. Un timore reverenziale? Forse. Oppure qualcosa di più.
La paura nel Pdl. Erano “fedelissimi” del Cavaliere e forse lo sono tutt’ora. Ma si sentono traditi. “Sono stati mollati in pasto ai magistrati”, spiega una voce interna al Pdl. “Ora temiamo vendette e ripicche. Il rischio è che Scajola e Cosentino, che hanno sempre apportato al partito un numero consistente di voti, giochino contro”.
Scajola e i liguri sul piede di guerra. Chi è convinto che Berlusconi abbia “commesso un grave errore” è l’amico Marcello Dell’Ultri, visto che – come spiega – “anche io porto tanti voti”. Alfonso Papa addirittura lascia il Pdl e avvisa: “Non voterò più il Pdl”. Parole e parole. Ma il vero timore riguarda i due ras locali: il ligure Scajola e il campano Cosentino. “La lista del Pdl in Liguria? Oscena”. Ha così commentato l’ex ministro dell’Interno. Parole infuocate che lasciano presagire un gioco al massacro, anche se Scajola conferma il suo profondo rapporto di amicizia con Berlusconi. Non un caso, comunque, l’incontro organizzato tra lui e i suoi fedelissimi ad Imperia. “Si tratta di un appuntamento tra amici, amici arrabbiati. Secondo le ricadute che queste liste hanno avuto sul territorio, c’è un potenziale di arrabbiatura diverso”, spiega Luigi Morgillo. “L’incontro serve ad identificare un minimo comune denominatore. Sarà Scajola che vedrà come gestire il dissenso”, conclude. Venti di guerra in Liguria.
I preoccupanti silenzi di Cosentino. Se Scajola e i suoi sono sul piede di guerra, Cosentino, dopo la (presunta) fuga con le liste appena saputa la sua esclusione, e la sua dichiarazione del giorno dopo (“Berlusconi mi ha schifato, l’ho salvato e lui mi ha tradito”, riferendosi alla vicenda di Noemi Letizia), si è trincerato in un religioso silenzio. E nel Pdl questo silenzio fa più paura delle parole e dell’agitazione di Scajola e dei suoi uomini. Da una parte lo stesso Berlusconi teme qualche sortita sulla questione che lo vede legato all’uomo di Casal di Principe, cioè al caso Noemi. Dall’altra c’è seria preoccupazione che Cosentino indirizzi il suo bacino elettorale altrove. Magari verso il Pd che, se dovesse ottenere la maggioranza relativa in regione, avrebbe buone chance di spuntare la partita del Senato. In base a quanto riferiscono uomini di Arcore, Berlusconi cercherebbe di mettersi inutilmente in contatto con Cosentino, il quale per ora non vuole sentire nessuno: “Non è il momento”.
Papa se ne va, ma non interessa a nessuno. Chi, invece, una telefonata dal Cavaliere l’aspetta da giorni è Alfonso Papa. Già tradito dai suoi colleghi parlamentari quando si ritrovò senza immunità relativamente alla richiesta di carcerazione preventiva per il caso P4, si ritrova ora scaricato dal suo capo. Scaricato e anche ignorato. Così, Papa ha deciso di fondare un suo movimento politico, “un nuovo progetto di umanesimo sociale”.
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