Liste ripulite, ma non troppo. Ecco i candidati inquisiti
Cosentino, Dell’Utri, Scajola, Papa. Il Pdl ha dato una bella sforbiciata ai suoi impresentabili. Tutti inquisiti. Lo stesso è avvenuto nel Pd con Crisafulli, Papania e Caputo. Insomma, i due principali partiti fanno un po’ di pulizia. Questa volta gli elettori non sono più disposti a votare liste di candidati che abbiano qualche problema con la giustizia. Ma le liste non sono affatto pulite come vogliono far credere.
Berlusconi, il censore sotto processo. Si tratta di una “pulizia” mediatica che escluda proprio quei personaggi dal passato oscuro che hanno avuto il loro “momento di gloria” in tv e sui giornali. Ma altri sono ancora lì. Soprattutto quando “gli altri” svolgono un ruolo essenziale all’interno del partito. Il primo tra questi è proprio Silvio Berlusconi. Il Cavaliere, che negli ultimi giorni ha analizzato caso per caso e ha escluso Cosentino e ha chiesto a Scajola e Dell’Utri di fare un passo indietro, detiene il record di processi a suo carico e persino dei procedimenti in corso. Berlusconi ha già una condanna in primo grado e si ritrova con tre dibattimenti aperti: Caso Ruby, Mediaset e Caso Unipol (intercettazioni di Fassino). Lui che, in base alle regole stabilite dal Pdl, non potrebbe candidarsi, decide chi ne ha diritto.
Dal Pirellone a Palazzo Madama. Ma se il Cav dei suoi processi ha quasi fatto un vanto, autodefinendosi come l’unico baluardo contro la “Magistratura politicizzata” e trasformandoli in un’arma politica in più, la giustizia ha avuto un effetto negativo nei confronti di un altro esponente di punta del Pdl: Roberto Formigoni. Le indagini in corso per presunta corruzione gli hanno scavato – politicamente parlando – la fossa. Proprio lui che era unico candidato di valore alla successione dell’ “Unto dal Signore”. Ma se ha perso il Pirellone e anche la possibilità di correre come futuro nuovo leader del Pdl, andrà comunque in Parlamento.
L’ “avvocato” di Cosentino. Sempre nel Pdl un altro nome illustre, nonostante il processo in corso, avrà spazio in Parlamento. Si tratta di Denis Verdini, il coordinatore nazionale del partito, uomo di punta del Pdl e addetto alla definizione delle liste. Lui, inquisito, è stato il primo a difendere Cosentino. Oggi comunque viene candidato al Senato, nonostante sia indagato per false fatture, mendacio bancario e per gli appalti del G8.
Odore di mafia. Poi ci sono quei candidati che sono attualmente indagati per associazione mafiosa. Si tratta di Luigi Cesaro e Raffaele Fitto, quest’ultimo ex ministro per gli Affari regionali nel governo Berlusconi. Antonio D’Alì, candidato in Sicilia, è rinviato a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa. E non mancherebbero nemmeno condannati come Renato Farina e prescritti (per truffa) come Luigi Grillo.
Il ritorno di Lombardo. Raffaele Lombardo, pur avendo dichiarato solo qualche giorno fa di non volersi candidare, alla fine si fa mettere nelle liste del Mpa. L’ex presidente della Regione Sicilia è stato rinviato a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa per i suoi presunti rapporti con il clan Santapaola. In lista anche Roberto di Mauro, capogruppo del Mpa al parlamento siciliano con una richiesta di rinvio a giudizio per omissione di atti d’ufficio, e Giusepe Federico, indagato per voto di scambio.
Micciché senza inquisiti. La sorpresa arriva invece da Grande Sud di Gianfranco Micciché. Negli ultimi giorni era stato indicato come il grande raccoglitore degli inquisiti (provenienti dagli altri partiti), ma al momento sembra non averne candidato nemmeno uno nelle sue liste.
Torna Bossi, nonostante gli scandali. Anche la Lega si allinea al trend del centro-destra, candidando Umberto Bossi e Roberto Calderoli. Il primo ha una serie di condanne ed è tutt’ora inquisito per truffa ai danni dello Stato nel caso che ha coinvolto anche il figlio Renzo, detto “il Trota”.
Il Pd (quasi) ripulito. Dall’altra parte il Pd ha fatto pulizia ma nel partito resiste il “partito” degli indagati. Verranno candidati Nicodemo Oliverio, ex tesoriere della Margherita, sotto inchiesta per bancarotta fraudolenta, Francantonio Genovese, indagato per abuso d’ufficio, e Antonio De Caro indagato per tentato abuso d’ufficio per una raccomandazione.
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