"No agli inquisiti o perdiamo voti". Berlusconi esclude Cosentino
Liste pulite? Forse sì. Il Pdl ha escluso Nicola Cosentino. Nonostante la richiesta di Berlusconi di fare un passo indietro con “un atto di generosità”, l’uomo di Casal di Principe aveva replicato che per lui, senza l’immunità parlamentare si apriranno le porte di Poggioreale. “Io sono un simbolo della malagiustizia e proprio tu, presidente, non puoi cedere al giustizialismo. Io finirei in carcere”. Ma alla fine il Cavaliere ha preso la sua decisione.
Sabato scorso il Cavaliere aveva cercato di convincere la direzione del partito proprio sulla necessità di non candidare Cosentino e altri. “Se li candidiamo rischiamo di perdere un milione di voti”. Così si era rivolto ai suoi con un foglio tra le mani: il sondaggio della Ghisleri (Euromedia Research). Scajola, Cosentino, Dell’Utri: questi i nomi più famosi ma non i soli inquisiti che gli elettori proprio non vogliono in lista.
Addio super-garantismo. E Scajola alla fine ha ceduto. Dopo una telefonata del Cavaliere ha rinunciato alla sua candidatura. Dell’Utri ha poi rinunciato in serata. Cosentino, invece, ha resistito fino all’ultimo. Poi l’annuncio che lo manda su tutte le furie. Prende le liste e le relative firme e se ne va. Ora bisogna il Pdl campano dovrà sbrigarsi per raccoglierle nuovamente. Ma il problema nel Pdl è più che palpabile. Questa volta gli elettori sembrano essere più esigenti e Berlusconi non può non tenerne conto. Sembra, così, disposto a rinunciare agli impresentabili anche a costo di andare contro l’iper garantismo che ha sempre contraddistinto il Pdl.Tuttavia, ora il partito rischia grosse lacerazioni interne. Se da una parte il Cav deve dar ragione ad Alfano, gli altri dirigenti del Pdl non sembrano molto soddisfatti, ad iniziare da Verdini.
Un trucco del Cav? “Se venisse candidato solo uno dei tre, rischieremmo di bruciare il vantaggio accumulato nelle ultime settimane”, spiega Berlusconi ai suoi. Si tratterebbe di una perdita secca di 6-7 punti percentuali. Ma tra Verdini & co. serpeggia l’idea che si tratti solamente di una nuova mossa del Cavaliere per fare pulizia nel partito, un gioco delle parti per mettere all’angolo “alcune mele marce”. E Cosentino, alla fine, è rimasto escluso.
Scajola accende la miccia. Ora nel Pdl è una guerra di tutti contro tutti, con Berlusconi arroccato a Palazzo Grazioli alla ricerca della quadra. La scelta di Scajola di fare un passo indietro e, soprattutto le dichiarazioni successive, hanno acceso la miccia. “Più che alla mia candidabilità, tengo alla mia onorabilità. Non posso essere messo alla pari di chi è accusato di avere a che fare con la mafia o con la camorra. Non voglio essere giudicato da chi, in base a questi presunti criteri, sarebbe lui stesso sub judice”. Un attacco frontale a Verdini (anche lui indagato) che, secondo Repubblica, avrebbe lavorato dietro le quinte per “coprire le spalle” a Cosentino.
-
eh eh… si stanno eliminando da soli… eh eh…
Comments