Quei politici "di troppo" al funerale del brigatista - Diritto di critica
IL GRAFFIO – Un vero politico, in occasione del funerale di un terrorista sarebbe andato sulla tomba delle sue vittime. E al di là della sua immagine – che indubbiamente ne avrebbe guadagnato -, avrebbe dato un segno maturo di rottura rispetto al passato, comunicando una politica capace di comprendere gli errori della storia e di innovarsi. In Italia, invece, abbiamo candidati e politici che in nome di chissà quale ideale si fanno fotografare ai funerali dei terroristi. E non chiamateli “ex terroristi”, per favore, perché chi non si pente, chi non chiede perdono, chi non torna sui suoi passi domandandosi “che ho fatto?”, chi non rifiuta in toto la sua storia passata, non può avvalersi della dicitura di “ex”.
Nella nostra italietta, invece, possiamo vantare politici che scelgono di andare a rendere omaggio al terrorista defunto – già che poi spesso i fantomatici “terroristi” sparavano su persone inermi. Roba per veri duri -, tra drappi rossi, pugni chiusi e bandierine della Palestina. E si tratta del candidato di Rivoluzione Civile di Ingroia, Claudio Grassi (senatore con Rifondazione nel 2006, con l'”Unione”), e del coordinatore provinciale del Prc di Reggio Emilia, Alberto Ferrigno. Che dal canto loro obiettano: “Polemica incredibile. Conoscere una persona non significa condividerne le scelte violente”, una frase che spesso si è sentita dire in molte circostanze. E contattati dal Fatto quotidiano, uno dei due spiega: “Polemica pretestuosa e di bassissima lega […] Su funerali e eventi privati non devo rispondere a nessuno […] Conoscevo la moglie di Gallinari e sono sempre stato contro la violenza. l’Idv non si può permettere polemiche di questo tipo”
Dall’Idv tuonano: “Leggo con estrema perplessità e disappunto che Ferrigno e Grassi, membro della direzione nazionale, nonché ex deputato di Rifondazione Comunista, hanno partecipato ai funerali del brigatista. Chi ricopre cariche politiche o è candidato alle elezioni per rappresentare i cittadini, non dovrebbe neanche a titolo personale, partecipare al funerale di chi ha rappresentato un periodo così buio e triste per la nostra Repubblica”. “Per questo motivo, se poi Grassi sarà eletto in Emilia Romagna”, chiosa con decisione, ”dico subito a “titolo personale” che non mi rappresenta di certo. Mi auguro a breve che ci sia unasmentita o una parvenza di giustificazione. In caso contrario o fa un passo indietro, o Idv uscirà dal comitato provinciale a sostegno della Lista Ingroia, che si richiama a una rivoluzione civile, per l’appunto”.
A difesa dei due è sceso in campo da Facebook una delle colonne portanti del Prc, Paolo Ferrero: il segretario di Rifondazione, ha scritto infatti: “Grassi è di Reggio Emilia come Gallinari e si conoscevano da sempre. Nella politica e nella vita hanno fatto scelte opposte: Grassi il PCI, Gallinari le BR. La condanna di Grassi del terrorismo non sta rinchiusa solo nelle dichiarazioni verbali ma in una vita passata a costruire ed organizzare lotte e partecipazione democratica alla luce del sole, nel PCI e poi in Rifondazione Comunista. Il contrario del terrorismo. Ma Grassi non è solo un dirigente politico è anche una persona che ha conosciuto Gallinari e ha quindi scelto di partecipare al suo funerale. Questa partecipazione è una testimonianza della sua umanità e in nessun modo può essere confusa con altro. Un tempo si diceva “riposa in pace”, nella consapevolezza che almeno di fronte alla morte le polemiche dovevano – almeno per un minuto – cessare. Voglio sperare che questo briciolo di umanità possa resistere ancora oggi e si chiuda qui una polemica che non ha alcun fondamento, perché la nostra condanna del terrorismo è totale”.
Proprio in nome di quella marcata differenza sia politica che di vita – ed è un giudizio personale – ci sarebbe piaciuto vedere i due candidati sulla tomba di Aldo Moro. Magari con una dichiarazione che ricordasse anche gli errori di Gallinari e la reciproca conoscenza. Ma altrove. Non lì.
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