Bersani senza argomenti, il Pd teme il grande recupero del Cav
Qualcosa nella comunicazione del Pd non funziona. Lo segnalavamo già da qualche mese ma solo ora, con i sondaggi che vedono i democratici di caduta e con il ritorno del Pdl, anche gli esperti del Nazareno si stanno svegliando.
Bersani senza argomenti. I silenzi bersaniani, interrotti da inutili dichiarazioni sulle indecisioni di Monti, stanno lentamente dissipando il vantaggio che il Pd si è conquistato sul campo nei mesi scorsi, grazie alle primarie e all’immagine di partito concreto. Ma, ora che si avvicina il voto, con un Berlusconi iperattivo sulle tv di tutta Italia (Sky e La7, in primo luogo), il centro-sinistra non ha idee o non le comunica. “Monti dica con chi sta”, ha dichiarato il segretario democratico qualche settimana fa. “Chi non vota Pd fa un regalo a Berlusconi”, ha poi detto ieri. Insomma, Bersani interviene con il contagocce e sbaglia pure l’argomento. Di fronte alla crisi economica, alla disoccupazione e al dilagare del precariato, agli elettori poco importa che Monti sia “ondivago” o che votare “altro” significherebbe fare un favore al Cavaliere. Soprattutto quando quest’ultimo, pur senza credibilità, riesce a dare soluzioni ai problemi. E non importa quanto siano realizzabili.
Un Cavaliere concreto (e populista). Berlusconi tocca il tasto del populismo con la promessa dell’abolizione dell’Imu sulla prima casa, solo qualche giorno dopo la scadenza della pesantissima ultima rata. E il Pd, invece di rispondere con numeri e dati alla mano, si trincera nel silenzio. Così i democratici lasciano spazio al Cavaliere anche sui temi del lavoro. Mentre il Pd non sa cosa dire, Berlusconi tira fuori il suo coniglio dal cilindro: “Le aziende che assumono un giovane, pagano solo lo stipendio, mentre la tassazione e i contributi sono ridotti a zero per 3-5 anni”. Una proposta per nulla insensata, soprattutto se articolata con giusti correttivi. Ma non è venuta dal Pd, legato al doppio filo con la Cgil, bensì da colui che è uno dei principali artefici della crisi italiana. D’altronde, come spiega il Cav, “se le leggi sono così, non è colpa mia. Il presidente del Consiglio non ha alcun potere”.
Solo antiberlusconismo. Bersani resta a guardare dalla finestra. E lascia a Monti il compito di contrastare Berlusconi. Un errore anche questo perché il Cavaliere sa bene come utilizzare ogni attacco del Professore per far apparire “tutti quelli che non sono con me”, di sinistra. Insomma, il Cav sa bene che se si gioca la carta del berlusconismo/antiberlusconismo, ha più chance di recupero. E qui sbaglia Monti ad evocare il “pifferaio magico”, come Bersani a parlare di voto utile. Mancano gli argomenti e le proposte. L’alternativa si costruisce sulle idee, non sull’antiberlusconismo silente.
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BASTA BAGIANATE SI PENSI AI PROBLEMI SERI ALTRIMENTI MANDIAMOLI TUTTI A CASA CHE ANCHE LORO SIANO DISSOCUPATI MAGARI CAPISCANO UN PÒ
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