Tra raccomandati e contratti irregolari, la storia di Elena - Diritto di critica
“Tarpare le ali ai giovani significa distruggere il futuro di un Paese”. Questo è quello che pensano gli esperti di tutto il mondo. In Italia però, precari e disoccupati sono ricordati solo durante le campagne elettorali poi lasciati a loro stessi tra approfittatori e leggi di discutibile aiuto.
“Ma che colpa abbiamo noi?”. “Noi siamo privilegiate, abbiamo sempre avuto una vita più che agiata, siamo dirigenti ma non siamo responsabili di ciò che sta accadendo in questo Paese. In Italia i giovani non hanno più futuro. Mio figlio infatti lo manderò a studiare all’estero e poi lavorerà nell’azienda inglese di mio marito”. Questo è quanto diceva al telefono qualche mese fa la datrice di lavoro di Elena. Giovane, 28 anni, la ragazza l’aveva ascoltata in silenzio nel suo ufficio, pensando a come fosse strano che proprio la persona che l’aveva assunta con un contratto irregolare, che la faceva lavorare 9 ore di seguito senza pausa pranzo per uno stipendio nettamente sotto i 1000 euro mensili e che le pagava 5 euro l’ora gli straordinari chiedendole di non segnarli neanche tutti, era convinta di non essere tra le persone che stanno precludendo un futuro ai giovani italiani. Eppure era la stessa persona che assumeva non in base al curriculum ma attraverso le raccomandazioni – come era avvenuto con Elena – perché spesso (ma non sempre) erano proprio i favori tra personalità influenti a costituire la fonte del suo guadagno. Un atteggiamento tipico di questa Italia in cui tutti si lamentano della situazione attuale ma nessuno è responsabile.
Mandata a casa senza preavviso. “Proprio due mesi dopo quella telefonata mi ha chiamata nel suo ufficio e mi ha comunicato che avrei lavorato ancora per 10 giorni. Nessun preavviso. Avrei poi dovuto lasciare il posto ad una nuova assunta che sarebbe servita per ottenere un contratto da un importante cliente”, spiega Elena, ancora ferita dal trattamento che le è stato riservato. Come un licenziamento senza giusta causa, il contratto a progetto è stato rescisso prima del termine e senza motivo. E sebbene le leggi fossero dalla sua parte, fare causa al primo datore di lavoro della propria vita non era consigliabile. “Mi sono sentita un oggetto usa e getta. Mesi di lavoro e sacrifici cancellati dalla raccomandazione di un’altra persona. Ho raccolte le mie cose e ho lasciato l’ufficio con l’ultima busta paga, dimezzata a causa di tasse, imposte regionali e conguagli”, spiega Elena.
“Si ricomincia”. Ora è seduta davanti al suo computer mentre spulcia gli annunci lavorativi. “Si ricomincia da capo. Oggi come dieci mesi fa.” È la vita del precario, è la vita di Elena. Ancora una volta a carico dei genitori perché le ore di lavoro svolte nel corso dell’anno non sono servite per ottenere i sussidi di disoccupazione. Nessuno sciopero, nessun sindacato, nessun aiuto. Elena racconta come si è sentita sola ed impotente in uno Stato in cui i precari sono decisamente di più di quegli operai, di quegli autisti, di quei macchinisti, di quelle imprese di pulizia e di tutti quei manifestanti che costantemente bloccano la città ed occupano le prime pagine dei giornali, un popolo silenzioso che non può alzare la testa.
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Invece ha fatto malissimo, perché abbassando la testa ha dato ragione sia a chi assume con contratti irregolari, sia a chi pensa che una raccomandazione valga più del merito. Questa ragazza è una lagna, perché se si fosse iscritta ad un sindacato forse l’avrebbero aiutata, e comunque CHIEDERE IL RISPETTO DELLE LEGGI è UN SUO DIRITTO. Se non lo chiede lei per se stessa, chi lo deve chiedere??
La testa bisogna alzarla, altrimenti si passerà la vita strisciando. -
Forse il paese Italia ha esurito tutte le risorse e non può offrire più niente ai giovani… meglio lasciarlo al suo ineluttabile destino di morte e cercare fortuna altrove…
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Non sono d’accordo con quel che afferma.Che senso ha rassegnarsi sul fatto che l’Italia è un paese fallito e bisogna andare a fare fortuna all’estero?Molliamo così?Diamo fiducia a quel che potrebbe succedere nei prossimi mesi e soprattutto diamoci forza noi italiani perchè insieme potremmo dominare il mondo.
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Hai poco da lamentarti se alla prima occasione ti mostri connivente a questo sistema. Puoi benissimo fare causa a chi ha calpestato i tuoi diritti e cercare quel minimo di giustizia senza scriverlo sul curriculum.
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assunta perché raccomandata, doveva aspettarselo, magari per assumere lei avevano mandato a casa qualcun altro
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assunta perché raccomandata, doveva aspettarselo, probabilmente per assumere lei avevano mandato a casa qualcun altro
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