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Diritto di critica | November 22, 2024

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Dalla Grecia all'Italia, arriva l'Alba Dorata in salsa leghista

Alba Dorata è sbarcata in Italia. E ha trovato una pattuglia di ex leghisti ad accoglierla a braccia aperte. “Lì c’è la Lega delle origini”, spiegano. “Hanno quella visione identitaria che c’era nella Lega dei primi anni ma che poi è scomparsa”. Così cresce di giorno in giorno il numero di militanti ed ex dirigenti del Carroccio che confluiscono nel nuovo movimento, ispirato al partito xenofobo greco, che sta silenziosamente attecchendo al centro-nord.

“L’Italia è in mano alla massoneria”. La fuga dal Carroccio verso Alba Dorata sta avvenendo soprattutto in Emilia e Lombardia. Perché è vero che la versione italiana del partito greco, assomiglia di più ad una Lega di altri tempi che ad un partito di matrice fascista. In primo luogo, Alba Dorata si propone come partito federalista, se non in alcuni tratti addirittura secessionista. Ma non è solo questo il punto di contatto con il Carroccio. Monti è definito “un criminale che sta smembrando il futuro”, mentre il paese “è in mano alla massoneria”. L’uscita dall’Euro, per Alba Dorata non solo è auspicabile ma è anche “la madre di tutte le battaglie”. E il debito? “Una grande truffa”. Ma, diversamente dagli omologhi greci, niente violenze: “Non discriminiamo nessuno e siamo contrati alla violenza”, spiega Alessandro Gardossi, segretario nazionale di Alba Dorata.

La (piccola) diaspora leghista. Così, mentre le elezioni si avvicinano, alcuni leghisti, delusi dalla nuova alleanza con Berlusconi, guardano altrove. L’ultima, in ordine di tempo è Cinzia Iacopini ex consigliere comunale leghista a Busseto. “La Lega non è più il mio movimento – spiega –. “Alba Dorata ha a cuore le sorti del popolo”, mentre nella Lega “è finita l’attenzione al sociale”. Così, “la base leghista si sta spaccando, la gente non si sente più rappresentata e in tanti stanno uscendo”. Tuttavia, che il fenomeno della diaspora leghista sia così vasto da come viene raccontato è tutto da dimostrare.

I dorati federalisti. Per rubar voti alla Lega, in Lombardia Alba Dorata parla anche di secessione. “Il Kosovo è un precedente nel diritto internazionale”. Così, “la Lombardia voterà come la Catalogna in attesa di un referendum votato a cambiare l’assetto istituzionale dello Stato”. Il sogno è quello di istituire “il Cantone Lombardia” che possa addirittura battere una “moneta complementare della quale sarà garante.

Verso il Parlamento? Ora i dorati sognano il Parlamento. Così il segretario nazionale Gardossi trascorre le sue giornate in giro per l’Italia a raccogliere le firme per la sua lista. Lui che aveva militato in Forza Nuova e nella Lega. E proprio contro il Carroccio lancia la sua più aspra critica: “Non è più credibile, noi sì”. E per raccogliere firme ci vuole la giusta propaganda. Da una parte i dorati ci tengono a prendere le distanze dai fratelli greci (“Non siamo una costola del partito ellenico”). Dall’altra si ispirano al film il Gladiatore (l trailer è utilizzato come video “motivazionale”) e nel simbolo sfoggiano il meandro greco, che ricorda una svastica. Sui social network per ora contano pochi adepti: poco più di 2mila su Facebook e appena 200 su Twitter. In un tweet scrivono: “Lei ed il suo Presidente Napolitano dovreste essere arrestati con l’accusa di alto tradimento verso il popolo Italiano”. Pungenti.

Comments

  1. Vulka

    Aspettate che saltino fuori quelli veri di Alba dorata in Italia e poi vedrete che calci nel culo prenderanno lega e soci!!!

  2. Prendete
    un popolo, una nazione che abbiano una storia ed una tradizione e poi
    impoveriteli come stato e come singoli, derubate le vedove e gli orfani della
    modesta pensione, licenziate ed intimorite i lavoratori, gli operai, gli
    impiegati (categorie oggi similari e vicine) introducete in maniera
    indiscriminata e senza alcun filtro masse (non individui) dotate di valori
    diversi e di diversa cultura al fine di “fare i lavori che gli autoctoni
    non vogliono fare” -secondo la becera vulgata per cui oggi ci sarebbe
    gente che preferisce campare di elemosine pur di non lavorare, vulgata che
    nasconde invece l’idea di procurarsi masse di “similschiavi da sfruttare
    al posto dei nativi più smaliziati, mandate in questa maniera in cortocircuito
    i servizi sociali, la sanità e fate delle periferie cittadine un luogo cupo e
    fetido dove i ragazzini non possono più trovare uno spazio pulito per dare due
    calci ad un pallone, dove tra siringhe, feci, sporcizia, solo i topi corrono
    felici ( e forse neppure loro ) e neppure un Veltroni di ritorno riuscirebbe
    più ad organizzare un concerto, spiegate all’operaio andato in pensione che le
    sue idee intorno a una società ordinata e giusta debbono accompagnarlo (essendo
    anche lui un antistorico parassita) nel mondezzaio della storia, lasciando
    spazio ad una gioventù ammaestrata a non credere più in nulla che non abbia le
    dimensioni di un lettore di mp3.

    Unite
    tutte queste cose mescolatele insieme e se vi aspettate che compaia
    NichiVendola allora avete seri problemi mentali.