La contesa infinita delle Falkland, l’Argentina: "Stop al colonialismo"
Trent’anni dopo l’aspra contesa per le Isole Falkland, il presidente populista argentino Cristina Fernandez de Kirchner torna alla carica con un attacco al colonialismo britannico. Con una lettera pungente, pubblicata sul Guardian il 2 gennaio scorso, il presidente argentino invita il Regno Unito a rispettare la risoluzione delle Nazioni Unite del 1960 che sollecita gli stati membri a “porre fine al colonialismo in tutte le sue forme e manifestazioni”.La Gran Bretagna, dal canto suo, risponde che dovrebbe aprire i negoziati sulla sovranità delle isole dopo che le stesse furono “sottratte forzatamente” dall’Argentina esattamente 180 anni fa, il 3 gennaio del 1883.
Sono più di 8700 le miglia (14 chilometri circa) che separano le Isole Falkland dal Regno Unito. La Kirchner accusa la Royal Navy di aver espulso gli argentini che, originariamente, vivevano sul territorio dell’Atlantico del Sud. La conseguente sostituzione con i coloni britannici è stata “un atto palese di colonialismo nel XIX secolo”. L’iniziativa politica del presidente argentino segue la decisione del governo britannico di denominare un grande iceberg nell’Antartide con il nome della Regina, un gesto che è stato visto da Buenos Aires come una provocazione.
Il presidente Kirchner e i suoi consiglieri sono convinti che, mantenendo viva la questione sulle Isole Falkland, Londra potrà essere messa in difficoltà su eventuali trattative future. Nella lettera si afferma che “la gran parte dei popoli e dei governi di tutto il mondo rifiuta il colonialismo”. I critici del governo Kirchner sostengono che la lettera pubblicata sul Guardian rappresenti un tentativo di distogliere l’attenzione sulla disarmonia sociale e sui problemi economici in Argentina. Gli indici di gradimento del presidente sono in caduta libera e le elezioni legislative a medio termine di ottobre sono fonte di preoccupazione. Gli argentini sostengono la causa delle Isole Falkland, come scritto nella Costituzione, ma sono ansiosi per problemi economici più concreti, come l’inflazione, l’aumento della criminalità e la corruzione.
Il Foreign and Commonwealth Office ha categoricamente escluso qualsiasi negoziato e ha deciso che solo gli isolani potranno decidere sul loro futuro in base al principio di autodeterminazione sancito dalle Nazioni Unite. Entro la fine dell’anno, gli abitanti delle isole saranno chiamati a esprimersi attraverso un referendum. I sondaggi si pronunciano a favore di un esito scontato: gli abitanti si pronunceranno per il mantenimento dello status quo. I rapporti diplomatici sono al loro minimo storico, tra le due potenze, dopo il conflitto del 1982. Ciò non vuol dire che vi sia la possibilità di un conflitto armato. Buenos Aires ha interrotto la cooperazione economica con il Regno Unito per questioni commerciali come la pesca e il petrolio. Entrambe le nazioni, nel 1998, avevano accettato di discutere, indipentemente dalla sovranità, di questioni economiche. Ora, il governo Kirchner ha interrotto i rapporti fino alla soluzione della diatriba Falkland.
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Fine del colonialismo ?
Che dire della Corsica, isola di cultura italiana da più di 2000 anni (Romana, Toscana, Genoevese …) facente parte della regione geografica italiana ma sotto dominio francese da più di 200 anni.
O Nizza, la città dove nacque colui che unificò l’Italia: Giuseppe Garibaldi.
O delle opere italiane trafugate in francia ? Il museo del Louvre è diventato ricco … non a caso è il museo più visitato al mondo.
ci sono ancora persone che chiamano i frocesi come cugini… sono delle merde. Punto e basta.
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