E adesso si litiga anche sul nome di "Allah"
Litigi e battibecchi in Malesia tra la comunità islamica e quella cristiana per l’utilizzo del termine “Allah”. Lo scontro si è riacceso dopo che Lim Guan Eng, segretario generale del Partito Malesiano per l’Azione Democratica Multirazziale, in un messaggio mandato in onda a Natale, ha chiesto al governo malesiano l’autorizzazione per pubblicare delle bibbie in lingua malay con il termine “Allah” in riferimento a Dio. Un dibattito che va ormai avanti da anni in un ambiente dove le tensioni tra i vari gruppi etnici e religiosi sono sempre più forti.
Secondo il Partito Islamico Pan-Malesiano (Pan) i musulmani hanno diritto esclusivo di utilizzare la parola “Allah” in quanto legata a elementi sensibili come la shahada (professione di fede); è dunque necessario utilizzare tale termine in un corretto contesto in modo da evitare di creare disagio all’interno di una società multi-religiosa. Il Pas ha inoltre affermato che in varie edizioni della Bibbia il termine utilizzato è “Dio” o “Signore” e che i cristiani in Occidente non fanno mai riferimento a Dio nei loro testi col termine “Allah”.
In primis non si può fare a meno di sottolineare che se i rappresentanti malesiani delle due maggiori religioni mondiali sono giunti al punto di litigare per l’utilizzo di un nome per definire Dio, allora forse è il caso di iniziare a riflettere seriamente sul livello spirituale di certi direttivi. Il Pas sostiene che i cristiani in Occidente non fanno riferimento a Dio col termine “Allah”, ma farebbe bene ad informarsi meglio, visto che le comunità cristiane presenti nei paesi nordafricani e a Malta fanno chiamano Dio col termine “Allah”. Ciò è inevitabile visto che tale termine trae origine dalla lingua araba e in aggiunta la lingua maltese ha dei forti influssi arabi.
Allah infatti non è il nome proprio di Dio, come alcuni musulmani amano credere, ignorando così i fondamenti della lingua araba e della religione che professano, ma non è altro che la contrazione dell’articolo definito “al” con il sostantivo “ilah” (divinità), dunque “Allah” sta per “la Divinità”. Secondo il prof. Gabriele Mandel in periodo pre-islamico e in particolare nei regni sudarabici la divinità era già chiamata “Allah” (alllaha al maschile e allaha o allat al femminile). Nella forma HLH lo si trova in iscrizioni lihianite del V secolo a.C., in un’iscrizione minea scoperta ad Ula e in altre nabatee. Nella forma “Hallah” si trova in una iscrizione di Safa del I secolo d.C. e in un’iscrizione cristiana di Umm aljimal (Siria) del VI secolo d.C. Appare poi come divinità della Mecca in periodo pagano tra le quelle tribali dei quraishiti. Il padre del Profeta Maometto inoltre si chiamava AbdAllah (servo di Allah).
Con la predicazione del Profeta il termine perse del tutto il carattere di nome proprio di un dio per diventare il nome della Divinità in assoluto. A quanto pare però con questo dibattito si è fatto un enorme passo indietro visto che il Pas è giunto addirittura a pretendere di limitarne l’uso. Una pretesa che “galleggia” tra l’assurdo e l’insensato se si pondera sul significato del termine “Allah”.
Forse il Pan, prima di preoccuparsi del “corretto utilizzo di tale termine” farebbe bene ad approfondirne il significato e la sua storia visto che una pretesa del genere, più che creare disagio all’interno di una società multi-confessionale, rischia di mettere in serio imbarazzo il Pan stesso.
E’ vero che l’utilizzo di un termine arabo per definire Dio potrebbe suonare insolito se il resto del testo è in lingua malay, ma quante edizioni del Corano vi sono in lingue diverse dall’arabo, come italiano, inglese e francese ad esempio, che utilizzano però il termine “Allah”?
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“Pan” = Partito Islamico Pan-Malesiano
“Pas” = ?
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